Guerra, malattia, droga, amore: ecco gli otto finalisti del Premio Diari. C'è un aretino

Vicende collettive e storie personali si intrecciano tra le pagine che si contenderanno a settembre il trofeo. Dalla fine dell'800 ai giorni nostri. Da Anghiari arriva Fausto Vagnetti, un pittore poi trasferitosi a Roma

Fausto Vagnetti

Fausto Vagnetti

Arezzo, 1°agosto 2016 - Sono vite vissute con intensità, sconvolte dalla guerra, messe a dura prova della malattia, stravolte dall'incontro con le droghe. Ma sono anche vite ricche di emozioni: gioia, paura, speranza nel futuro. Sono vite che raccontano oltre un secolo di storia quelle scritte negli otto diari finalisti del trentaduesimo Premio Pieve Saverio Tutino, il concorso annuale per scritture autobiografiche promosso dall'Archivio diaristico nazionale, che si terrà a Pieve Santo Stefano dal 16 al 18 settembre. Pagina dopo pagina nei diari, negli epistolari e nelle memorie selezionati dalla giuria popolare tra 100 testi in concorso si leggono non solo vicende personali ma anche vicende collettive che hanno segnato la storia del nostro paese.

Gli otto finalisti

Marcello Caprarella – Sotoverde Ivano Cipriani – Balilla Blues Camillo Forghieri e Ada Tonelli – Camillo e Ada Chandra Ganapati – Furia Chandra Cinzia Pinotti – Vera Giulio Cesare Scatolari – Millenovecento Africa Gioia Turchi – Tre e settantaquattro Fausto Vagnetti – Chiaroscuro

Lista d’Onore (Stilata dai componenti della commissione di lettura del Premio, che esprimono così il desiderio di conoscere alcuni autori dei testi che non sono giunti alla fase finale) 

Serafino Campori scelto da Ivana Del Siena Isidoro Danza scelto da Rosalba Brizzi e Adriana Gigli  Giuliano Dondi scelto da Gabriella Giannini Antonio Livorno scelto da Natalia Cangi Marcello Mugnaini scelto da Luisalba Brizzi e Laura Casucci  Sergio Neppi scelto da Elisabetta Gaburri e Riccardo Pieracci  Tiziano Recrosio scelto da Carlo Zanelli Giovanni Sanvitale scelto da Valeria Landucci  

Chi sono i finalisti? "Sotoverde", autore Marcello Caprarella di Foggia. Racconta di una moglie di nome Lola e di due figli, maschi  e adolescenti, Pablo e Italo. Di un professionista affermato nel settore delle traduzioni tecniche, con un passato da docente universitario. Racconta dei viaggi di lavoro, di tanti amici, di allenamenti in palestra, dei tripudi e delle sconfitte dell’Atlético Madrid. Racconta di  un uomo che esprime opinioni sferzanti su tutte le vicende del suo tempo.

Balilla blues autobiografia 1926-­‐1943 Ivano Cipriani nato a Roma nel 1926. Ivano Cipriani, figlio di genitori comunisti, poi balilla e avanguardista e infine comunista egli stesso. Nasce a Roma nel 1926 da Alfredo e Alma e cresce in una famiglia allargata, tutti parenti scappati da Pistoia per fuggire alle persecuzioni del regime, pronti a ogni compromesso pur di costruire una vita normale intorno a quel bimbo. Pronti a comprargli il corredo da balilla per andare scuola.

Camillo e Ada epistolario 1935-­‐1954 Camillo Forghieri, nato a Modena nel 1909, morto nel 2008 Ada Tonelli, nata a Modena nel 1915, morta nel 1972. Nascono e crescono a Modena prima di conoscersi, a metà degli anni Trenta. Lui lavora per il Modena Calcio. Lei fa la parrucchiera. Il tempo di innamorarsi e Camillo si trasferisce, nonostante le resistenze di Ada. Irrinunciabile l’offerta di lavoro che riceve da Roma, assunto dall’Istituto Nazionale Gestione Imposte di Consumo.

Furia Chandra memoria 1978-­‐1996 Chandra Ganapati. Chandra è una furia. Una furia che non si contiene, una vita vissuta oltre il limite. Chandra è una furia. Ricorda di sé, di sé da piccola, ricorda di essere sempre stata strana. Ricorda di quando, finite le scuole medie, decide di rinunciare a studiare.

Vera diario – memoria 1988-­‐1999 Cinzia Pinotti nata a Cremona nel 1959. C’è un presentimento, in quella pagina di diario che Cinzia Pinotti scrive il 10 settembre 1988 per annunciare a se stessa la notizia più attesa. I primi giorni di questo mese ho scoperto di essere incinta, di aspettare un bambino.

Millenovecento Africa diario 1899-­‐1900 Giulio Cesare Scatolari nato a Jesi (Ancona) nel 1872, morto nel 1955. Giulio Cesare nasce a Jesi e proprio dalla cittadina in provincia di Ancona parte il 16 agosto 1899, fresco di una laurea conseguita a soli 23 anni, per andare a curare i malati nel Congo belga, ingaggiato dalla milizia coloniale. È l’occasione buona per fare un’esperienza di vita unica e guadagnare denaro, da restituire alla famiglia che lo ha sostenuto durante gli studi.

Tre e settantaquattro epistolario 1925-­‐1926 Giulio Turchi nato a Impruneta (Firenze) nel 1902, morto nel 1974. Tre e settantaquattro. Bastano questi due numeri per convincere Giulio Turchi ed Emma Forconi ad amarsi, sposarsi e trascorrere insieme l’intera vita. Tre, come gli incontri che i due giovani riescono a organizzare tra il giugno del 1925 e il maggio 1926, tra la prima volta che i loro sguardi si incrociano e il giorno in cui celebrano il matrimonio. Settantaquattro, come il numero delle lettere che in undici mesi Giulio scrive a Emma, raccontando di sé e del suo modo di vedere la vita privata e quella pubblica.

Chiaroscuro diario 1905-­‐1954 Fausto Vagnetti nato ad Anghiari (Arezzo) nel 1876, morto nel 1954. Nasce ad Anghiari, in provincia di Arezzo nel 1876 e si trasferisce a Roma sin da giovane. Allievo e poi docente dell’Istituto di Belle Arti di Roma, insegnante al Museo artistico industriale, cattedratico alle Facoltà di Ingegneria e di Architettura. Uomo, marito e padre. Ma soprattutto, artista. In 17 taccuini, centinaia e centinaia di pagine scritte tra il 1905 e il 1954

 

LE STORIE Le otto storie arrivano da tutta Italia. Dalla più antica, datata 1899, alla più recente, ancora non conclusa e in via di quotidiano aggiornamento: ripercorrono l'intero Novecento. Raccontano il secolo breve nella sua essenza, attraverso sentimenti ed emozioni, ma anche con lucide – a volte ironiche – analisi della società contemporanea.

C'è la storia di Chandra, giovane “furia” che si salva dalla dipendenza dalle droghe grazie ad una ricerca di se stessa e grazie anche all'arrivo di un figlio. C'è quella di Cinzia, una mamma che negli anni Novanta si trova ad affrontare la più drammatica delle situazioni: la malattia e la morte di una figlia piccola. E poi c'è la vita votata all'arte di Fausto, pittore talentuoso che racconta il proprio mondo in un diario in cui la realtà è vista da una prospettiva artistica.

Ci sono anche storie d'amore, come quella raccontata nelle lettere che si scambiavano Camillo e Ada, incuranti di un'Italia e un'Europa stravolte dalla seconda guerra mondiale, e in quelle che, negli anni Venti, si inviavano in un intenso carteggio Giulio ed Emma.

Lui era un operaio metallurgico, lei una sarta, amavano entrambi studiare, leggere e avevano una precisa visione, anche politica, della società degli anni Venti. Nel loro breve epistolario c'è parte di una storia che poi andrà avanti nonostante l'arresto di Giulio per cospirazione politica (che lo porterà al confino alle Tremiti).

Dopo la Guerra, il riscatto: Giulio diventerà deputato della Repubblica per il Partito Comunista. Poi c'è il salto nel buio rappresentato da un avventuroso viaggio nel cuore dell'Africa all'inizio del Novecento di Giulio Cesare, medico 23enne ingaggiato in Congo nelle fila della milizia coloniale belga. Il giovane partì nel 1899, lo stesso anno nel quale iniziò la pubblicazione di Cuore di Tenebra di Conrad. Mentre a ricordarci cosa è stata la guerra c'è la storia di Ivano, cresciuto negli anni del regime fascista in una famiglia di comunisti pronti a sacrificare i propri ideali per crescerlo in sintonia con quella che era la società del tempo.

Ivano abbraccerà i dettami del regime e solo dopo il conflitto mondiale, una volta adulto, prenderà la sua strada che lo porterà a sua volta ad aderire al PCI. Ci sono quindi le riflessioni ironiche, pungenti e a volte amare, di un Marcello, italiano che vive in Spagna e che guarda da lontano l'attuale realtà italiana.

COMMENTI Natalia Cangi, direttrice organizzativa Archivio dei Diari “Sono storie che in molti casi esplorano i mondi interiori dei diaristi – spiega Natalia Cangi, direttrice organizzativa dell'Archivio dei diari. Le paure, le speranze gli aspetti più introspettivi trovano nella scrittura una dimensione per essere raccontati. Ci sono due temi ricorrenti che si ritrovano nei testi. Il primo è quello della “giovinezza”, divorata nel caso di Chandra, avventurosa in quello di Giulio Cesare. Ma anche la giovinezza negata della piccola Vera, la figlia di Cinzia. La giovinezza segnata dall’innamoramento e da scelte di vita difficili in contesti storici delicati, come quella di Camillo e Ada, e di Giulio. La giovinezza che non impedisce a Ivano di sviluppare una coscienza critica e quella, infine, che dà a Marcello l’entusiasmo per lasciare l’Italia e a cercare felicità all’estero. L'altro tema è proprio il viaggio, inteso non solo come spostamento, ma anche come viaggio alla ricerca di sé.

E nel percorso di molti diaristi, la ricerca di sé appare esplicita e lega molte di queste storie. A fianco di questi aspetti ricorrono anche i grandi temi del Novecento, primo tra tutti la guerra. E al secondo conflitto mondiale sono dedicate intense pagine di lettere e memorie. Un evento che colpì e scosse le coscienze e che in tantissimi hanno sentito il bisogno di raccontare sulla carta. E così trapela nelle lettere degli innamorati, nelle memorie di chi, in quegli anni, era solo un bambino. Sempre alla scrittura si affidano poi i sentimenti più difficili da esprimere: l'immenso dolore per la morte di un figlio, la ricerca di una propria dimensione e di una propria identità, la speranza in un futuro diverso, ma anche la delusione o la disillusione di fronte alla società attuale”.

Fabio Pecorari, Direttore Generale Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo “La Banca di Anghiari e Stia guarda da sempre ai bisogni del territorio ed alle necessità delle persone che nel territorio trascorrono la propria vita. La vita fatta di alti e bassi, di bisogni che mutano con il passare del tempo. Bisogni degli anziani, dei giovani, dei lavoratori, degli imprenditori, degli agricoltori e degli artigiani. Per sintetizzare oltre 110 anni di storia occorre spesso affidarsi alla memoria, perché per essere al passo con i tempi, per soddisfare i bisogni del presente ed anticipare quelli di domani occorre sempre rammentare da dove siamo partiti.

Andrea Sereni, Presidente Camera di Commercio di Arezzo La Camera di Commercio di Arezzo è ancora al fianco della Fondazione Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano e del Premio Pieve “Saverio Tutino”, che, ormai giunto alla sua trentaduesima edizione, dell'Archivio Diaristico Nazionale, si colloca, a pieno titolo, tra gli appuntamenti più importanti del panorama culturale italiano costituendo peraltro un prezioso strumento per la valorizzazione e la promozione del nostro territorio. Tutto questo è reso possibile dall'impegno e dal lavoro dei volontari e delle istituzioni coinvolte, ad iniziare dal Comune di Pieve Santo Stefano, che proseguono il percorso avviato da Saverio Tutino e ai quali va il sincero ringraziamento dell'Ente camerale.