Arezzo, 20 giugno 2025 – Nell’ambito del progetto biennale della Biblioteca città di Arezzo e della Rete documentaria aretina “SCIRE: Incontri, dibattiti e corsi di formazione nelle biblioteche e archivi aretini”, si terranno tre incontri dedicati al fondo del padre fondatore dell’etnomusicologia Diego Carpitella, che conserva materiale particolarmente prezioso.
È infatti costituito da 112 bobine e 11 unità archivistiche sugli studi e le registrazioni effettuate tra il 1965 e il 1967. Carpitella guidò una campagna di documentazione e ricerca sulla musica popolare nell’aretino, insieme a un’équipe locale e con il sostegno tecnologico della sede RAI di Firenze, al fine di dimostrare l’esistenza di un repertorio di canti autoctoni.
Ecco alcuni dei luoghi toccati: Lierna, Poppi, Ortignano Raggiolo, Sant’Angelo in Metelliano, Farneta, Montecchio del Loto, San Pietro a Dame di Cortona, Manciano, Castiglion Fiorentino, Le Ville Monterchi, Ponte alla Piera, Anghiari, Monte San Savino, Sant’Andrea a Pigli, Tegoleto, Civitella in Val di Chiana. L’appuntamento alla Biblioteca città di Arezzo, previsto dopo quello di Cortona e prima di quello ad Anghiari, è venerdì 4 luglio alle 18.
L’ingresso è gratuito ma con iscrizione obbligatoria che dovrà avvenire almeno 10 giorni prima. Vedrà la partecipazione dell’etnomusicologo Maurizio Agamennone dell’Università di Firenze che proporrà ascolti guidati di canti e altre espressioni sonore selezionate dalla dotazione del fondo e la professoressa Antonella Moriani dell’Università di Siena per il materiale documentario.
Ulteriori informazioni su arezzo.biblioteche.it Nel corso del biennio 2024-2025, un gruppo di ricerca attivo presso il Dipartimento SAGAS dell’Università di Firenze si è impegnato nel progetto “ActAr – Active Archives”, condotto nell’ambito di un programma finanziato da Next Generation EU. Ha collaborato anche l’Università di Siena, Dipartimento SSBC. Sono stati condotti la digitalizzazione dei materiali sonori e cartacei conservati proprio presso la biblioteca aretina e uno studio approfondito di entrambi.
Nei sessant’anni che separano l’impresa di Carpitella dal presente, trasformazioni sociali, economiche e culturali hanno avuto luogo nei territori coinvolti in quella campagna di ricerca, tanto che è possibile ipotizzare che la memoria delle espressioni musicali documentate da Carpitella sia oggi sfocata, se non del tutto perduta.
Attraverso la diffusione di questo patrimonio sarà dunque possibile riattivare memorie culturali ma anche affettive tra le vecchie e le nuove comunità di potenziali fruitori.