SILVIA BARDI
Cosa Fare

Ritorno al vinile, i Kabila pubblicano "Life" in versione 33 giri

Trecento copie numerate per la band aretina. Un concept album che parla della guerra per lanciare un messaggio di pace e speranza per il futuro

Kabila

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Arezzo 4 dicembre 2020 - La vita va avanti, sempre. Nonostante le guerre, le epidemie, le paure, la distruzione. Si può anche guardare indietro ogni tanto, ma per vedere che il futuro è da un’altra parte. Per ricostruire dalle macerie. Futuro e passato. Come il ritorno al vinile, alla custodia di carta, alla puntina che struscia sulle tracce, al rito del lato A e del lato B. E così arriva in formato vinile anche «Life» il concept album della band aretina Kabila. Un album che parla di vita che sconfigge la morte, di ricostruzione dopo le bombe, di futuro oltre la guerra. «Finalmente abbiamo tra le nostre mani e sotto le puntine dei nostri giradischi il primo vinile dei Kabìla ‘Life’ - fanno sapere i musicisti aretini - abbiamo realizzato un’edizione speciale a tiratura limitata, solo trecento copie, del nostro ultimo concept, realizzato grazie alla collaborazione con Cni, Compagnia Nuove Indie e Materiali Sonori». Una uscita in 33 giri che non potrà essere accompagnata né da concerti né da tour né da serate speciali: «Avremmo dovuto presentarlo in questi giorni ma dovremo rimandare a tempi migliori. Ma la musica suona ancora nelle nostre case. Life is goin’on!». Il disco può essere richiesto direttamente sulla pagina Facebook dei Kabila o acquistarlo sul sito di produzionidalbasso. A disposizione trecento copie numerate a tiratura limitata. Per realizzarlo è stata anche organizzata una raccolta fondi in cambio di cd, tshirt e le famose cene libanesi con concerto in casa. E un messaggio potente preso a prestito proprio dal brano «Life’s goin on»: «l’esplosione ha dissolto la mia famiglia, la distruzione ha sepolto la mia casa, con le mie gambe tornerò al mio quartiere e con le mie mani ricostruirò la mia casa perché un mattone rinasce dove una bomba distrugge». [16:38, 4/12/2020] Silvia Bardi: grazie