Arezzo, 4 febbraio 2023 - Piergiorgio Odifreddi ci spiega l'intelligenza artificiale. Matematico, logico, scrittore e saggista, si occupa di religione, filosofia, politica e stasera alle 21 sarà sul palco del teatro Petrarca di Arezzo con lo spettacolo «Intelligenza artificiale, l’ultima scintilla?». Odifreddi è il primo ospite di Arezzo Science Lab, nuovo progetto di Fondazione Guido d’Arezzo e associazione Lab con Feltrinelli in programma a cadenza mensile nei sabati della Fiera. Professor Odifreddi, proporrà una conferenza teatrale in un format nuovo che vuole coinvolgere il pubblico in lezioni su argomenti spesso difficili, come renderli più accessibili? «Il tema che affronterò non è astratto, riguarda tutti, ognuno di noi può toccare con mano l’intelligenza artificiale». Quali sono le sfide che ci attendono e come si svilupperà la nostra società dai sistemi complessi agli oggetti quotidiani? «L’intelligenza artificiale è ovunque intorno a noi. La usiamo quando andiamo su Google a fare traduzioni automatiche o quando i ragazzi usano la chat gpt, l’intelligenza artificiale può fare temi al posto nostro. Ed è anche difficile scoprirlo, prima gli studenti plagiavano dai saggi, oggi l’intelligenza artificiale può creare pezzi originali che non ci sono in rete. Tutto ciò non è il futuro, è già nella nostra vita, ma il sogno è antico, tanti i romanzi che per secoli lo hanno immaginato, come gli incubi di Frankenstein legati all’idea di costruire l’uomo. Una settantina di anni fa era avanguardia, i computer non erano di tutti come oggi, ma già negli anni 90 è stato un computer a battere il campione di scacchi». Quali le aspettative e i rischi? «Bill Gates o Elon Musk, sostengono che i rischi connessi all’intelligenza artificiale sono maggiori della bomba atomica o dell’emergenza climatica. L’intelligenza artificiale di oggi è fatta non da pc tradizionali, ma da reti neurali che si costruiscono e imparano da sole, potrebbero cominciare a fare quello che vogliono diventando veramente gli incubi dei film di fantascienza». Come ci si è arrivati? «A fine 800 quando sono arrivate le prime macchine da lavoro e non c’era più bisogno della forza umana il rischio era lasciare a casa le persone, ma le macchine facevano quello che l’uomo voleva, oggi invece le macchine sostituiscono il cervello. I critici stessi non distinguono se un brano musicale è stato composto da un computer». Il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto secondo lei? «Io tendo al pessimismo, il problema dell’uomo è che ha sempre abusato delle tecnologie a partire dall’atomo che si può usare per l’energia e invece è arrivata la bomba, poi le macchine utili al trasporto ma legate al petrolio e alle guerre di conquista. La tecnologia tende sempre a diventare padrona e noi diventiamo schiavi. Succede coi cellulari utili a telefonare ma anche a chiuderci in noi stessi. Quando si abusa di un’intelligenza che non è umana c’è il rischio che questa possa abusare di noi. E’ la legge dell’evoluzione: Darwin ci insegna che a sopravvive non è il migliore ma il più adatto che spesso è il peggiore dal punto di vista morale». Science Lab è nato per diventare uno dei maggiori eventi in campo scientifico e attrattiva culturale per la città, perciò viene proposto nei sabati di Antiquaria, è mai stato in città? «Sono stato tante volte ad Arezzo come turista, adoro la Toscana, non ho mai visto la Fiera, questa sarà l’occasione».