REDAZIONE UMBRIA

Festival dei Due Mondi, edizione da record. E ora cambia guida

La manifestazione si chiude con un incasso di quasi un milione di euro. La direttrice Veaute e la mancata conferma: “La questione è politica”

La conferenza stampa finale del Festival

La conferenza stampa finale del Festival

Spoleto, 14 luglio 2025 – Spoleto da record. Un bilancio in positivo con il più alto incasso i biglietteria mai registrato e uno strascico di polemica: si chiude così la sessantottesima edizione del Festival dei due mondi di Spoleto. La polemica non è sugli spettacoli (67 che hanno coinvolto 784 artisti da 53 Paesi), o sugli spettatori (serate spesso sold out con una capienza media sopra il 90% e 31mila biglietti venduti), e nemmeno sui conti appunto visti i 925 mila euro di biglietteria, il 17% in più dello scorso anno e il risultato migliore dal 2008, cioè da quando ci sono i dati sul botteghino. La polemica si è invece sollevata sull’addio, finito il mandato di cinque anni, della direttrice artistica Monique Veaute. La mancata conferma secondo Veaute in qualche modo “era prevista”. “È accaduto ad altri – ha detto all’Ansa rispondendo a una domanda – È accaduto alla Biennale di Venezia a Roberto Cicutto, succede in tanti ambienti. Non ho sentito critiche sulla programmazione di Spoleto. Il successo c’è quindi la questione è politica”.

Una constatazione che comunque al ministero non è piaciuta. Tanto che fonti del Mic, hanno poi precisato che “sia l’avvicendamento al MAXXI, dopo dieci anni di presidenza Melandri, sia quello in Biennale, dopo la stagione di Roberto Ciccutto, rientrano in una logica di ordinario rinnovamento culturale una volta scaduti i mandati apicali”. E in questo “di politico non c’è che il legittimo ma sterile scontento di chi non si rassegna al fatto che la cultura non è una rendita perpetua acquisita per diritto divino”.

Di certo al di là delle polemiche, c’è stata commozione alla conferenza stampa di chiusura dove il presidente della fondazione e sindaco di Spoleto Andrea Sisti ha sottolineato per il lavoro fatto Veaute e dalla direttrice amministrativa Paola Macchi, grazie a cui ora i la fondazione, ha sottolineato, ha una struttura adatta a gestire il festival internazionale, con un milione di euro in accantonamento, un progetto avviato per il recupero del patrimonio artistico del festival, che include la digitalizzazione dell’archivio cartaceo dal 1958 ad oggi, e un impegno che continuerà per restituire alla città spazi per le esibizioni, come già successo con l’Auditorium della Stella.

“Sono persone non comuni e per gestire il festival servono persone non comuni” e serve un impegno “tutto l’anno, non solo per 15 giorni” ha aggiunto. Forse un avvertimento a Daniele Cipriani, l’impresario scelto per sostituire la direttrice uscente. Il lavoro per il festival in questi cinque anni, iniziati con l’emergenza Covid non è stato facile – lo hanno riconosciuto anche gli Spoleto Festival Friends, fra cui Anna Fendi – ma con necessari cambi in corsa ha dato i suoi frutti. “Eravamo partiti con l’idea di portare più lirica ma abbiamo dovuto dire arrivederci all’idea a causa del budget. Però non ci siamo arresi e abbiamo trovato una soluzione funzionale con opere inusuali” come Hadrian di Rufus Wainright, che ha aperto l’edizione di quest’anno, o il Woyzeck portato dai Berliner Ensemble con la regia di Ernas Mondtrag, il primo che tratta il teme della differenza di genere con l’amore fra l’imperatore Adriano e Antinoo, il secondo denuncia della violenza feroce e del femminicidio. “Sono tutti progetti artistici - ha spiegato - che hanno contenuti di politica culturale forte”.