ILARIA VALLERINI
Cronaca

Addio pesci di casa nostra. “Invasione di specie aliene. L’effetto tropicalizzazione”

In viaggio sul retone a Bocca d’Arno del pescatore Nicola Ghimenti. “E’ solo questione di tempo prima di vedere da noi anche lo scorpione. I crostacei del Pacifico hanno trovato un habitat confortevole”

Nicola Ghimenti pesca ancora secondo gli insegnamenti tramandati di padre in figlio (foto Enrico Mattia Del Punta)

Nicola Ghimenti pesca ancora secondo gli insegnamenti tramandati di padre in figlio (foto Enrico Mattia Del Punta)

Marina di Pisa, 14 luglio 2025 – Nicola cala il bilancione in acqua. Sono trent’anni che il mare è la sua casa e il retone è il custode della tradizione dei pescatori marinesi. Il silenzio lassù è irreale. Il tempo accarezza il viso bruciato dal sole. I gabbiani salutano dall’alto disegnando in cielo uno spettacolo di piroette. Una distesa blu circonda la bilancia sui quattro lati e cinge i lembi di terra di Marina e della spiaggia selvaggia del Gombo.

Il retone color smeraldo è l’ultimo rimasto in piedi dopo le violente mareggiate degli anni scorsi. Nel 2023 fu un vero e proprio colpo al cuore per tanti pisani e marinesi, quando la furia del mare inghiottì il retone storico di Bocca d’Arno, un segno distintivo nelle vedute di Marina che contraddistingueva questo luogo unico al mondo.

“Siamo stati graziati dalla posizione, uno scudo naturale”, racconta malinconico il pescatore Nicola Ghimenti. Ancora oggi mette in pratica gli insegnamenti trasmessi di padre in figlio, utilizzando le reti da pesca fissa sulle cosiddette “bilance“ – capanne di legno su palafitte – e immette sul mercato locale pesce fresco a km zero. Queste capanne si svilupparono nel dopoguerra, periodo in cui la pesca fu una fonte di mantenimento importante nella fascia costiera della provincia di Pisa. Oggi invece la competizione sul mercato dei grandi produttori si fa sentire e l’attività di pesca locale è diventata una nicchia da tutelare. Nicola, come altri colleghi, non molla anche se le sfide da affrontare non fanno che aumentare.

“Il cambiamento climatico ci preoccupa. Fortunatamente siamo rientrati nei parametri normali, ma le temperature di 27° superficiali, nettamente sopra la media stagionale, hanno messo a repentaglio la sopravvivenza di cozze e arselle, nutrimento per i pesci che, a loro volta, con tali condizioni nuotano in profondità alla ricerca di habitat più miti”. La “tropicalizzazione” del nostro mare sta “modificando lo scenario” perché “i crostacei del Pacifico hanno trovato un habitat confortevole e stanno proliferando. Mentre la nostra fauna ittica scompare. Recentemente abbiamo pescato sei kg di granchi blu da un pontile di appena 10 metri. Alcune specie provenienti dal Mar Rosso sono già arrivate nel nostro mare. E secondo un amico biologo è solo questione di tempo prima di vedere il pesce scorpione anche qui da noi”.

Oggi “andare avanti”, perciò, è “un esercizio di coraggio” anche perché nel frattempo i costi di manutenzione del retone “lievitano, come tutto”. Nicola però non ha gettato la spugna, anzi ha fatto sempre di più per mantenere in vita un pezzo di storia marinese: da alcuni anni ha aperto il mondo del retone, intimo e suggestivo, anche ad appassionati e visitatori curiosi di vivere un’esperienza diversa grazie a visite giornaliere e notturne. Un’iniziativa che ha attirato negli anni diverse tv estere e il programma Rai ’Camper’.