ILARIA VALLERINI
Cronaca

La pesca a Bocca d’Arno: "Effetti evidenti del caldo. Specie aliene proliferano"

Un viaggio sul retone di Nicola Ghimenti, l’ultimo dei ’monumenti marinesi’. Il pescatore: "La posizione ha salvato questo avamposto dalle mareggiate"

Un viaggio sul retone di Nicola Ghimenti, l’ultimo dei ’monumenti marinesi’. Il pescatore: "La posizione ha salvato questo avamposto dalle mareggiate".

Un viaggio sul retone di Nicola Ghimenti, l’ultimo dei ’monumenti marinesi’. Il pescatore: "La posizione ha salvato questo avamposto dalle mareggiate".

Pisa, 13 luglio 2025 – Sciolta la cima sul Lungarno d’Annunzio si parte a bordo del motoscafo verso il retone color smeraldo. E’ l’unico rimasto ancora in piedi dopo le mareggiate che gli anni scorsi hanno spazzato via le altre palafitte. Nel 2023 fu un vero e proprio colpo al cuore per tanti pisani e marinesi, quando la furia del mare inghiottì il retone storico di Bocca d’Arno, un segno distintivo nelle vedute di Marina che contraddistingueva questo luogo unico al mondo. Nicola cala il bilancione in acqua, le braccia sono bruciate dal sole tutto l’anno. Sono trent’anni che la pesca non è solo un lavoro ma la sua vita. "Ci ha salvati la posizione, uno scudo naturale", racconta malinconico.

Ancora oggi Nicola Ghimenti mette in pratica gli insegnamenti trasmessi di padre in figlio, utilizzando le reti da pesca fissa sulle cosiddette “bilance“ – capanne di legno su palafitte – e immettono sul mercato locale pesce fresco a km zero. Queste capanne si svilupparono molto nel dopoguerra. In quel periodo la pesca fu una fonte di mantenimento importante nella fascia costiera della provincia di Pisa. Oggi invece la competizione sul mercato dei grandi produttori si fa sentire e l’attività di pesca locale è diventata una nicchia da tutelare. Nicola, come altri colleghi, non molla anche se ha visto cambiare il suo mare negli anni. "Siamo rientrati fortunatamente nei parametri normali, ma le temperature elevatissime, sopra la media stagionale di giugno, che hanno fatto sfiorare i 27°C superficiali, possono avere ripercussioni gravi sul mare. A quelle temperature si rischia una moria di cozze e arselle di cui si cibano i pesci". Pescare diventa più complicato. "I pesci tendono a cercare temperature più miti nuotando in profondità".

La "tropicalizzazione" del nostro mare sta "cambiando scenario" perché "i crostacei del Pacifico hanno trovato un habitat confortevole e stanno proliferando. Recentemente abbiamo pescato sei chilogrammi di granchi blu da un pontile di appena 10 metri. Siamo preoccupati perché diverse specie dal Mar Rosso sono già arrivate nel nostro mare. E secondo un amico biologo è solo questione di tempo prima di vedere il pesce scorpione anche qui da noi". Un altro problema da non sottovalutare è "la pesca a strascico dove i pesci passano da una sorta di ’centrifuga’ e i fondali vengono dragati costantemente, giorno e notte, come una trebbiatrice nei campi".

"Andare avanti", per una ragione o per un’altra, è diventato uno sforzo sempre più "faticoso", ammette Ghimenti, perché ad aggiungersi alla situazione già complessa sono i costi di manutenzione del retone "lievitati, come tutto".

Nicola però non ha mollato, anzi ha fatto sempre di più per ridare vita ad un pezzo di storia marinese e per mantenerlo vivo: da alcuni anni (come avevamo scritto sulle nostre pagine in passato) ha aperto questo mondo, intimo e suggestivo, anche ad appassionati e visitatori curiosi di vivere un’esperienza diversa all’insegna della semplicità con visite giornaliere e notturne. Un’attività che sta andando avanti nonostante il tempo ’ballerino’ e i continui bollettini meteo di un’estate veramente insolita.

La bilancia è un luogo affascinante, rustico, ma bello nella sua estrema semplicità. Pochi oggetti, quelli indispensabili, e il mare che circonda la bilancia sui quattro lati e cinge i lembi di terra di Marina e della spiaggia selvaggia e incontaminata del Gombo. Un’iniziativa che ha attirato diverse tv estere, fino al programma “Camper“ di Rai 1 alcuni anni fa.