Keu, in scena il Pd del no comment. Il centrodestra: "Ora basta omertà"

Gli indagati Pieroni e Deidda non parlano. Lega e Fratelli d’Italia: "Situazione vergognosa in Toscana"

Una manifestazione di protesta lungo la strada regionale ’429’

Una manifestazione di protesta lungo la strada regionale ’429’

Firenze, 15 ottobre 2021 - Il consigliere regionale del Pd Andrea Pieroni che si trincera nelle frasi fatte tipo "Non è questa la sede adatta per parlare", la sindaca dem di Santa Croce sull’Arno Giulia Deidda che ribadisce di non voler dire niente sull’inchiesta. Mercoledì sera è andato in scena il teatrino del no comment dem sugli schermi de La7 nella trasmissione ("Non è l’Arena") che Massimo Giletti ha dedicato all’inchiesta keu in Toscana. Ieri nuovamente interpellati da La Nazione sia Pieroni che Deidda hanno confermato di non voler parlare.

Di fatto il Pd sulla maxi indagine, che vede coinvolti in un filone i rapporti tra imprenditori e politici, ha parlato pochissimo, dai vertici ai protagonisti. Nei fatti si è mossa la giunta Giani che ha abrogato l’emendamento scottante pro conciatori che era stato portato in aula proprio dal Pd e fatto votare in consiglio guidato dall’allora presidente Giani, in fretta e furia, in una seduta del maggio 2020 con pochi consiglieri in presenza.

Si innesca nuovamente la polemica politica con Lega e Fratelli d’Italia scatenati. "E’ andata in onda l’omertà del Pd sullo scandalo" tuona Susanna Ceccardi, europarlamentare del Carroccio, "una vicenda vergognosa, la sinistra deve parlare" sottolinea il capogruppo FdI in Regione Francesco Torselli. Le accuse della procura hanno portato sotto indagine la sindaca Deidda (accusa di associazione a delinquere, avrebbe indirizzato la politica verso scelte favorevoli ai conciatori) e il consigliere Pieroni (rieletto nel settembre 2020) indagato perché, secondo l’accusa, in cambio della proposta di modifica della legge regionale avrebbe ricevuto un sostegno per la campagna elettorale. Era stato il primo firmatario dell’emendamento; gli altri, non indagati, erano: Antonio Mazzeo, Enrico Sostegni, Alessandra Nardini, tutti del Pd e rieletti nella tornata regionale.

Secondo il presidente della Toscana Eugenio Giani l’emendamento "non ha mai avuto effetto" (lo ha ribadito in trasmissione) e quindi, in quanto sotto il giudizio della Corte costituzionale, andava tolto subito. Cosa avvenuta: è stata modificata la legge sulla depurazione e in particolare cancellato l’emendamento che puntava a sottrarre il consorzio Aquarno dall’obbligo di sottoporsi alla procedura di autorizzazione di integrazione ambientale (Aia). Attacca Ceccardi: "La vicenda dei fanghi dimostra che la Toscana ha aperto le porte alle infiltrazioni della ‘ndrangheta, arrivata a condizionare lo smaltimento dei rifiuti". E Torselli: "Non lasceremo che il Pd faccia calare un silenzio vergognoso. E’ stato imbarazzante vedere i silenzi di Giani. Sarebbe giunto il momento che il governatore avesse il coraggio di parlare anziché discutere di pericolo fascista". Dalla giunta regionale una rassicurazione sulla strada ’429’ dove è sotterrato il keu: "La falda è pulita, il campionamento continua" dice l’assessora Monia Monni. E il Pd continua a tacere.