MAURIZIO COSTANZO
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‘L’umanità ha i colori dell’arcobaleno’, il nuovo libro di Francesca Ceccherini

È il settimo capitolo della saga di Sofia e Giovanni e si svolge nell’anno 1997

La copertina del libro

La copertina del libro

Firenze, 28 giugno 2025 – Si intitola ‘L’umanità ha i colori dell’arcobaleno’ il nuovo libro di Francesca Ceccherini. La saga di Sofia e Giovanni ha inizio nel 1990, anno simbolico, linea di demarcazione di due diversi stili di vita dell’autrice. Una narrativa che coniuga e amalgama due sue diverse esperienze professionali: quella creativa, gioiosa e frizzante di public relations e di giornalista freelance della giovinezza e quella successiva di psicologa psicoterapeuta della maturità. Queste due esperienze non sono divise da uno spartiacque, poiché le vediamo interagire e amalgamare in maniera insolita e originale lungo il percorso della narrativa, creando colpi di scena inattesi che stupiscono il lettore. Di fatto, leggendo, egli si trova suo malgrado trasportato in un tumulto di emozioni, alternati da drammi, con toni foschi simili a sbarre invisibili di una prigione, e soprattutto quando meno se lo aspetta, nel bel mezzo della recita di una commedia caratterizzata da toni leggeri, tragicomici, situazioni divertenti con un lieto fine.

L’attuale romanzo, dal titolo “L’umanità ha i colori dell’arcobaleno” è il settimo della variegata saga e si svolge nell’anno 1997. L’autrice, per scrivere le sue opere, si addentra lungo un percorso a ritroso nel tempo della sua lunga esperienza di psicoterapeuta, pizzicando qua e là spunti di riflessione che vengono trasformati in vere e proprie storie di vita, che lasciano il lettore con il fiato sospeso e, sicuramente, con qualche cognizione e maggiore consapevolezza della complessità della mente umana. Tali spunti, inoltre, attingono la loro linfa creativa dai lunghi, meravigliosi e avventurosi viaggi fatti dall’autrice in giro per il mondo. Coglie l’occasione, in ogni suo romanzo, di svelare alcuni segreti della sua attività, senza appesantirli come potrebbe farlo la lettura di un trattato di psicologia. Desidera estraniarsi, quel tanto che basta, per offrire al lettore una lettura poliedrica, ovvero quella di acquisire informazioni utili, descritte con una penna metaforica, poetica, fantasiosa e ironica. Vere e proprie sviolinate per raccontare i drammi di vita vera che hanno preso le mosse da quella reale della miriade dei suoi pazienti. L’arcobaleno che appare nel titolo risponde a tutta una serie di simbologie a esso collegate. In primis il fatto che esso è il risultato della scomposizione della luce bianca del sole: quello che sembra un unico colore splendente, in realtà è composto da sette “differenti” colori in perfetta armonia tra loro. Nella Bibbia l’arcobaleno è il segno del patto di alleanza di Dio con l’umanità dopo il diluvio universale. Proprio per questo passaggio da un evento catastrofico a un periodo di serenità, l’arcobaleno è associato alla pace. E, sempre su questa falsariga, esso segna il ritorno alla luce e alla normalità dopo la tempesta, per cui è simbolo anche di speranza. Inoltre, l’autrice è appassionata di libri gialli e non manca, in ogni suo romanzo, di dedicare una parte a questo piacevole argomento, che nasconde i suoi fatti e misfatti nelle pieghe del mistero. In questo libro i misteri hanno come sfondo l’ex-Jugoslavia, appena uscita da una triste e sanguinosa guerra civile. La guerra più lunga e intensa fu quella in Bosnia ed Erzegovina, che durò dal 6 aprile 1992 al 14 dicembre 1995. Questa parte si rivela un vero giallo in piena regola. Sarà un nuovo personaggio, un investigatore privato che abbiamo già incontrato di sfuggita nel quinto libro della saga, insieme a un frate francescano a contribuire in modo significativo alla risoluzione di questo mistero, ricco di colpi di scena. Rivedremo anche le tre giovani e intraprendenti investigatrici in erba, soprannominate “Charlie's Angels", che una ne pensano e cento ne fanno, coinvolte in un’altra avvincente avventura di un safari in Kenya, insieme a Sofia e a Giovanni. Vivranno la straordinaria ospitalità del popolo Masai, abituati a condividere generosamente il poco che hanno.

Anche nella trama di questa parte non verranno lesinate emozioni, quali stupore, suspence, paura, empatia, compassione: esperienze indimenticabili che stupiscono e annichiliscono il lettore quando meno se lo aspetta. I personaggi si muovono all’interno di eventi imprevisti che escono furtivi tra le pieghe del romanzo: violenti, pericolosi, romantici, gioiosi. Amori che nascono, amori che muoiono, o per morte naturale o a causa di infedeltà. Principalmente le straordinarie cornici dove i personaggi dell’opera si muovono, si nascondono, vivono le loro passioni e i loro drammi, sono quelle di Firenze e di Napoli e, saltuariamente, quelle di altre parti del mondo dove la felice coppia di Sofia e Giovanni trascorre le vacanze o vive altre avventure. Perché la scelta dell’arcobaleno? Perché la sua bellezza e armonia sono il risultato della diversità che lo compone. Ogni colore non è migliore di un altro, è solo diverso ed è grazie a questa diversità che stupisce l’occhio e l’animo umano. Al suo apparire alziamo il naso all’insù, estasiati come bambini di fronte a un dipinto ricco di significati. È con questi occhi che dovremmo guardare l’umanità. Pensiamo con quale stupore e ammirazione guardiamo l’evento sportivo internazionale delle paralimpiadi che coinvolge atleti con disabilità fisiche, visive e intellettive. Ben diversa, a questo proposito, è l’esperienza professionale di vita vera raccontata da Sofia.

Essere unici e irripetibili è un concetto che emerge da diverse prospettive filosofiche e psicologiche, che enfatizzano l’importanza dell’individuo e la sua unicità, come l’umanità dovrebbe considerarla. Si pensi anche alla diversità dell’omosessualità, di cui l’autrice ha scritto nel sesto romanzo (“L’amore sconfigge la paura”): non deve essere condannata o emarginata, poiché è da considerarsi solo un orientamento sessuale. Si riferisce, come ci racconta uno dei personaggi del precedente romanzo, di un legame romantico dove l’amore e la sessualità non sono diversi da quelli di un rapporto eterosessuale: ciò che li rende simili è un amore, ugualmente bello e significativo, con una persona dello stesso sesso. Molti artisti hanno incluso l’arcobaleno nelle loro opere, spesso come simbolo di bellezza, speranza, o come elemento naturale da inserire in un paesaggio ideale. Perché non lo facciamo anche noi?