Serena Valecchi
Cronaca

Palloni da calcio e pacchi postali, così droga e cellulari entravano nel carcere di Prato: scene da film alla Dogaia

Maxi operazione nella casa di detenzione toscana, perquisiti 127 detenuti, indagati agenti della penitenziaria. Oltre 300 uomini delle forze dell’ordine in azione

Palloni da calcio e pacchi postali, così droga e cellulari entravano nel carcere di Prato: scene da film alla Dogaia

Prato, 28 giugno 2025 – Cellulari di ultima generazione collegati a internet e smartwatch arrivavano tramite pacchi postali o nascosti all’interno di palloni da calcio. Stesso tragitto anche per cocaina e hashish

Un via vai, tra droga e telefoni, che da tempo entrava nel carcere La Dogaia di Prato, in particolare nei reparti alta e media sicurezza dove sono rinchiusi i detenuti per reati di stampo mafioso. L’ingresso di cellulari e droga avveniva con la complicità di alcuni agenti della polizia penitenziaria in cambio di soldi, migliaia di euro alla volta. 

Perquisizioni in carcere Prato, indagati agenti e detenuti
In una foto di archivio, agenti di Polizia in assetto anti sommossa e della Polizia Penitenziaraia presidiano il perimentro della Casa circondariale della Dogaia a Prato, 9 marzo 2020. ANSA/CLAUDIO GIOVANNINI

I detenuti dell’alta sicurezza, inoltre, godevano di alcuni privilegi come la libertà di movimento nel reparto e la non vigilanza all'interno del carcere ma soprattutto, avevano a disposizione schede telefoniche, con intestatari fittizi, attivate in negozi di telefonia di Roma e di Napoli. Ciò permetteva ai carcerati di continuare ad avere contatti oltre le mura del penitenziario toscano. 

I pacchetti erano recuperati dai detenuti o dai lavoranti che avevano maggiore libertà di spostamento nel carcere. Poi gli apparecchi venivano nascosti in doppifondi, nelle pentole, negli elettrodomestici, nei sanitari dei bagni, in buchi nei muri, sotto i wc, nello sportello di frigoriferi, in doppifondi nelle cartelline portadocumenti di plastica, nei piedi dei tavoli, e addirittura nelle cavità anali dei detenuti.

Perquisizioni in carcere Prato, indagati agenti e detenuti
Entrati cellulari e droga Ispezioni a 127 reclusi, anche mafiosi

In particolare in una camera, la numero 25, sono stati trovati tre cellulari nascosti all'interno di una televisione: uno smartphone tradizionale, un mini smartphone e un micro dispositivo L8star. Inoltre, nel box utilizzato dai detenuti per effettuare telefonate è stato sequestrato un router che avrebbe permesso l'accesso a internet, creando una connessione con il mondo esterno. Non solo: un altro telefono è stato lanciato da una finestra avvolto in un calzino, finendo nascosto in un'intercapedine. Durante le ispezioni, sono emerse anche evidenze di lavori artigianali effettuati all'interno delle pareti di alcune celle, dove la calce utilizzata per chiudere i fori fa pensare a tentativi di nascondere telefoni o sostanze stupefacenti.

Lo scenario del carcere pratese è emerso dall’inchiesta coordinata dalla Procura di Prato diretta da Luca Tescaroli, inchiesta che ha portato a indagare quattro agenti penitenziari per corruzione. Il blitz nel carcere pratese è scattato alle prime ore di oggi, sabato 28 giugno. Una vera scena da film con un elicottero in sorvolo sopra il penitenziario e oltre 260 agenti mobilitati per le perquisizioni, altri 60 poliziotti stati schierati in assetto antisommossa.

Bilancio importante con  127 detenuti perquisiti di cui 27 indagati per reati legati alla detenzione e all'utilizzo illecito di apparecchi di comunicazione e, in alcuni casi, per legami con il traffico di droga. Gli altri cento detenuti, seppur non ancora formalmente imputati, sono stati perquisiti per presunti favori e utilizzo di strumenti proibiti all’interno del carcere. L'inchiesta, come detto, tocca direttamente anche la polizia penitenziaria. Tre agenti, di età compresa tra i 29 e i 32 anni, sono formalmente indiziati di corruzione: secondo le indagini, avrebbero facilitato l'ingresso di telefoni e droga in cambio di compensi economici. L'indagine era iniziata nel luglio 2024 ed ha portato finora al sequestro di 34 telefoni cellulari e due sim card.

“La struttura carceraria pratese è caratterizzata, per un verso, da un apparente massiccio tasso di illegalità e dalla estrema difficoltà di assicurare la sicurezza passiva dei detenuti e, per altro verso, da un'insufficienza di personale per quanto riguarda il ruolo degli ispettori e dei sovraintendenti (ruoli caratterizzati, rispettivamente, da una carenza di organico del 47% e del 56,52%), dalla estrema difficoltà di avere interlocutori in seno alla struttura stante l'assenza e il continuo ricambio delle figure direttive, da molteplici disagi e malattie mentali di vari detenuti, da plurimi suicidi (nel secondo semestre del 2024 se ne sono registrati due) e dalla scarsità delle possibilità di lavoro, dati che inibiscono la funzione di prevenzione speciale e la rieducazione della pena, e la dignità stessa dei detenuti”,  sottolinea il procuratore capo di Prato Luca Tescaroli.

Al contempo, prosegue, “tale situazione ha reso e rende estremamente difficoltoso l'espletamento delle indagini, anche in considerazione dell'assenza di ambienti idonei a effettuare le attività intercettive all'insaputa dei detenuti e della costatata libertà di movimento dei detenuti”. Riguardo alle indagini – aggiunge il procuratore – si evidenzia che la massiva e diffusa disponibilità di telefonare senza conseguenze, con assoluta libertà, appare collegata a fenomeni corruttivi ipotizzati di agenti penitenziari a libro paga in fase di verifica, al mancato controllo per più ore nel corso della giornata in spregio ai propri doveri e alla tolleranza da parte di taluni appartenenti alla polizia penitenziaria e alla mancanza di idonea strumentazione di controllo, quali i laser scanner, dei pacchi della corrispondenza diretti ai detenuti, provenienti dall'esterno, che sono risultati non funzionare nel corso delle attività di indagine”.