REDAZIONE PRATO

Prato, maxi perquisizione in carcere: nel blitz indagati agenti della penitenziaria e detenuti

Droga e cellulari da tempo entravano nel penitenziario toscano

Perquisizioni nel carcere di Prato nella mattinata del 29 giugno (foto repertorio)

Perquisizioni nel carcere di Prato nella mattinata del 29 giugno (foto repertorio)

Prato, 28 giugno 2025 – Droga cellulari da tempo entravano nel carcere a Prato, anche nei reparti alta e medi sicurezza, dove sono rinchiusi detenuti arrestati per reati mafiosi.

Questa mattina, 28 giugno, nel penitenziario di Prato, c’è stata una vasta operazione, coordinata dalla Procura di Prato diretta da Luca Tescaroli, che ha portato a indagare quattro agenti penitenziari, con l’accusa di corruzione. 

Oltre 260 agenti sono stati mobilitati per le perquisizioni ai detenuti e sono stati schierati 60 poliziotti in assetto antisommossa intorno al carcere.

Le forze dell'ordine hanno sottoposto a perquisizione 127 detenuti. Di questi, 27 sono indagati formalmente per reati legati alla detenzione e all'utilizzo illecito di telefoni e, in alcuni casi, per legami con il traffico di droga.

I restanti 100 sono stati oggetto di sequestro e ispezione in quanto presunti beneficiari di favori o strumenti illeciti, seppur non ancora formalmente imputati. In particolare, 111 detenuti dell'area Alta Sicurezza sono stati oggetto di attenzione: 14 risultano indagati, tutti cittadini italiani, molti con condanne o in attesa di giudizio per associazione di stampo mafioso o traffico internazionale di stupefacenti. Gli altri 97, pur non indagati, avrebbero comunque usufruito di libertà e mezzi vietati. Anche la sezione Media Sicurezza è stata coinvolta: 16 detenuti sono stati perquisiti, 13 dei quali indagati (8 italiani e 5 stranieri), mentre 3 risultano terzi non indagati (2 italiani e 1 straniero).

L'inchiesta tocca direttamente anche la polizia penitenziaria. Tre agenti, di età compresa tra i 29 e i 32 anni, sono formalmente indiziati di corruzione: secondo le indagini, avrebbero facilitato l'ingresso di telefoni e droga in cambio di compensi economici. Spazi in uso a questi agenti sono stati perquisiti all'interno dell'istituto. Oltre a loro, altri quattro agenti risultano coinvolti in rapporti anomali con detenuti e con personale addetto alle pulizie, elemento che - secondo la Procura - rafforza l'ipotesi di un sistema collusivo diffuso.

L'operazione ha superato i confini regionali. Sono state disposte 10 ulteriori perquisizioni domiciliari nei confronti di 9 indagati e di un soggetto terzo nelle province di Prato, Napoli, Arezzo, Roma, Firenze e Pistoia, con l'impiego di oltre 30 agenti. In particolare, le procure di Napoli e Roma risultano coinvolte per l'attivazione di schede telefoniche fittizie in negozi di telefonia, intestate a soggetti non collegati ai detenuti, ma utilizzate per aggirare i controlli. Dal luglio 2024, quando l'indagine è iniziata, a oggi, le forze dell'ordine hanno sequestrato: 34 apparecchi telefonici, inclusi smartphone di ultima generazione; 2 sim card, utilizzate illegalmente; ingenti quantità di hashish e cocaina, rinvenuti in pacchi postali, all'interno di indumenti, e nelle cavità intime di familiari in visita. Solo nella giornata dell'11 gennaio 2025 sono stati trovati 10 smartphone in possesso di detenuti.