Arezzo, 9 agosto 2025 – È una piazza immensa. Rotonda. Con due ali, come braccia grandi e generose per stringere Gianni Trappolini e Giulia Santoni. L’ultima volta. Oggi in quella piazza, migliaia di persone si riuniscono per l’addio ai due soccorritori della Misericordia morti lunedì nella strage in autostrada.
Sono morti nell’ambulanza insieme al paziente - Franco Lovari - che accompagnavano da un ospedale all’altro. Sono morti dentro l’ambulanza diventata una trappola mortale, centrata da un Tir che è piombato sulla colonna di veicoli che procedevano con la marcia rallentata. Un impatto violentissimo, il mezzo di soccorso schiacciato contro un altro Tir che lo precedeva.

Gianni, Giulia e Franco sono morti all’istante. Gli uomini e le donne della Misericordia sono tutti qui, stretti negli abbracci silenziosi che raccontano il dolore dello strappo. Nella grande piazza sono state collocate 2.500 sedie e la distribuzione dei posti è stata organizzata con grande attenzione: 200 sedie saranno riservate alle autorità, 100 ai familiari, 200 ai membri della Misericordia di Terranuova, 700 alle Misericordie provenienti da tutta Italia e alle rappresentanze delle altre associazioni che fanno grande il mondo del volontariato.

Settecento sedie sono per ogni cittadino di Terranuova che in questi giorni ha condiviso una tragedia enorme, piombata come un missile sulle famiglie delle vittime e su un’intera comunità.
I segni del lutto ovunque, nelle bandiere appese alle facciate dei palazzi istituzionali, nelle insegne delle vetrine, nelle saracinesche di tutti i negozi che si chiudono per il tempo dei funerali. C’è il vescovo Andrea a celebrare il rito religioso e con lui monsignor Franco Agostinelli, correttore delle Misericordie, a portare l’abbraccio della diocesi e le parole che nel giorno dell’addio servono per accarezzare l’anima, provano a curare una ferita che sanguina.
Tra le autorità, il presidente della Regione Eugenio Giani, l’assessore regionale alla salute, Simone Bezzini e all’ambiente Monia Monni. Ma ci sarà anche un esponente del governo, il viceministro del lavoro e delle politiche sociali Maria Teresa Bellucci, a testimoniare che la tragedia ha confini più larghi, travalica la provincia, bussa alla porta di ogni famiglia italiana.
Condividere il dolore, nel segno della fratellanza che anima l’agire della Misericordia. E tra gli uomini e le donne con le divise gialle e celesti, c’è anche il presidente nazionale Domenico Giani, insieme a quello regionale, Alberto Corsinovi.
Non mancheranno il prefetto Clemente Di Nuzzo, il nuovo questore Cristiano Tatarelli, il capo del Dipartimento nazionale della Protezione Civile Fabio Ciciliano, Stefano Algenio del Dipartimento nazionale del Servizio Civile, i vertici delle Asl toscane e tutti i sindaci del Valdarno. Eppoi i rappresentanti delle forze dell’ordine, carabinieri, polizia, vigili del fuoco, compresi gli specialisti che sono intervenuti nel pauroso incidente per salvare l’autista del Tir e recuperare i corpi delle vittime. Vogliono esserci, per proteggerle, ancora una volta. Con loro i vigili urbani e i militari della Guardia di Finanza. Una piazza grande, che si fa piccola di fronte al dolore delle famiglie di Giulia e Gianni, ma che dimostra l’umanità che spesso scivola. No, qui c’è, insieme all’esempio dei due soccorritori.
Le indagini. Gli investigatori vanno avanti spediti, la procura ha aperto un’inchiesta per omicidio stradale plurimo e indagato l’autista del Tir, 57 anni, residente in Piemonte. È ricoverato a Careggi, ne avrà per un mese, nell’impatto ha riportato lesioni serie ma non è in pericolo di vita. “È addolorato per le vittime”, dice l’avvocato che lo assiste, Massimo Rabagliati. Ha già nominato i consulenti che ora entrano in campo per la battaglia giudiziaria. Al vaglio della polizia stradale anche il video che gira sul web e ritrae l’autista, circa un quarto d’ora prima del disastro, al volante mentre ascolta musica e abbassa lo sguardo più volte. Al momento non c’è alcuna correlazione con l’incidente ma anche questo elemento sta già dentro l’inchiesta.