Daniele Marmi indaga sui delitti del BarLume. Parla "l'agente Cioni"

Da stasera la settima serie tratta dai fortunati romanzi di Marco Malvaldi. L'attore aretino, sul set dal 2013, in attesa di riaprire il teatro Virginian con un nuovo spettacolo con gli attori del BarLume

Daniele Marmi sul set del BarLume

Daniele Marmi sul set del BarLume

Arezzo 11 gennaio 2021 - Gravita intorno al BarLume dal 2013 almeno sei stagioni e c’è anche per la settima che inizia proprio stasera. Lui, Daniele Marmi, noto attore aretino fondatore dell’associazione La Filsotoccola che gestisce il teatro Virginia di via de Redi ad Arezzo, è l’agente Cioni, una sorta di Fantozzi in divisa, impacciato, coinvolto suo malgrado nelle indagini del commissariato locale diretto dalla Fusco. Siamo a Marciana Marina, e non nella pineta pisana come vorrebbero i romanzi dello scrittore Marco Malvaldi, ma il Barlume con il barista Massimo, nonno Ampelio, gli amici “vecchietti” e pure i  delitti ci sono. All’Isola d’Elba ormai li conoscono uno per uno quelli della troupe, sono di casa, la sera si ritrovano insieme al bar. Proprio come nel libro. Oggi, lunedì in televisione tornano i nuovi episodi dell’ottava serie dei “Delitti del Barlume” con il Cioni interpretato dall’attore aretino Daniele Marmi, protagonista fisso di sedici puntate, in onda su Sky Cinema e in streaming su Now tv l'11 e il 18 gennaio. Una serie girata questa estate appena l’emergenza Covid lo ha reso possibile.

 “Ogni volta che sbarcavamo sull’isola ci facevano controlli fra tamponi e test, poi alla fine il Covid l’ho preso lo stesso, ma ad Arezzo, e per fortuna asintomatico - fa sapere Daniele Marmi che da poco è anche diventato padre - inevitabile che si parlasse anche di quarantena”.

Ma stare sul set per gli attori dopo tutti questi anni è come stare tra amici: “Ricordo Monni nella prima serie, sempre in ciabatte d’estate d’inverno, e senza cellulare era irintracciabile, lo dovevano cercare ovunque. C’è sempre un’ atmosfera meravigliosa, la sera dopo le riprese ci ritroviamo al bar ristorante di Marciana con gli elbani. Chi vuole sa che siamo lì ed è bello ritrovarsi ogni anno. Un’atmosfera che si respira anche sul set, potremmo dire che non abbiamo un copione ma un canovaccio, c’è molta improvvisazione, per certi versi  anche rischiosa quando hai a che fare con Fresi, Guzzanti o Di Mauro. Tante volte abbiamo dovuto ripetere le scene all’infinito per le risate”. 

Ma se la tv va a gonfie il teatro Virginian  gestito dalla compagnia la Filostoccola di Daniele Marmi per ora è chiuso: “Speriamo di poter riaprire a giugno sia con la scuola che con gli spettacoli. Proprio con i colleghi del set, Guglielmo Favilla e Paolo Cioni, che poi è lui il vero Cioni del Barlume, a giugno dovevano debuttare ad Arezzo con il nostro testo ‘Gramscic’ , speriamo di poter andare in scena quest’anno. E’ difficile tenere aperto in situazioni così, riapriremo corsi di teatro appena possibile anche se non sappiano quanti dei nostri allievi torneranno. Intanto ci sono affitti e cinque dipendenti da pagare. E’ faticoso e come tanti altri siamo stati lasciati soli”.