Madonna che silenzio c'è stasera, i 40 anni di un film di culto. "Ecco come nacque"

Il regista Maurizio Ponzi e la nascita di una pellicola rimasta nel cuore di molti. A Prato una giornata intera dedicata all'anniversario

Francesco Nuti in una delle scene cult di "Madonna che silenzio c’è stasera"

Francesco Nuti in una delle scene cult di "Madonna che silenzio c’è stasera"

Prato, 8 luglio 2022 - Se dopo quarant'anni c'è ancora chi conosce a memoria le battute del film, se il titolo stesso è diventato un modo di dire, un motivo ci sarà. Madonna che silenzio c'è stasera compie 40 anni e Prato dedica al film un'intera giornata con incontri, una mostra e naturalmente la proiezione della pellicola. (vedi il programma)

Era il 1982, Francesco Nuti per la prima volta si lancia senza i Giancattivi e fa centro perché quel film è una pietra miliare della commedia italiana. Non certo della commedia all'italiana, perché Nuti era piuttosto un autore e attore surreale, nella migliore accezione del termine. E del resto era reduce da Ad ovest di Paperino, altro cult movie. Prima che lo stesso Nuti decidesse che sarebbe stato lui a dirigere, oltre che a scrivere e interpretare, ci fu il sodalizio breve ma inteso con il regista romano Maurizio Ponzi. "Madonna" fu il primo, seguito senza soluzione di continuità da Io, Chiara e lo Scuro e Son contento. Oggi è lo stesso Ponzi a ricordare per La Nazione la nascita del film.

"Il film mi fu offerto dai produttori Gianfranco Piccioli. Stavo lavorando con lui per un'altra pellicola e, insieme all'altro produttore Umberto Angelucci, mi chiesero di dirigere il film su quella sceneggiatura di Nuti e Elvio Porta".

Quale fu il suo primo impatto con la sceneggiatura?

"Fu divertente da leggere, mi sembrava graziosa, naif. Nuti lo avevo conosciuto perché frequentava lo stesso ufficio. Io lavoravo molto in televisione, ma avevo voglia di fare film. Accettai".

La Prato dell'epoca è quasi un personaggio aggiunto nel cast, conosceva già la città?

"No, ma la prima cosa che mi disse Francesco fu che sarebbe stato indispensabile andarci insieme. Fu un viaggio fondamentale, anche per lui: poi me lo disse anche, all'inizio si fidava di me ma fino a un certo punto. 'Fa film con titoli strani', pensava.... Si riferiva a 'Equinozio", che avevo girato qualche anno prima. Che poi, detto da lui, che i miei titoli erano strani (ride, ndr)". Insomma, andare insieme a Prato fu una svolta. E se il film è rimasto nella memoria di tanti è anche perché è anche un bel documentario, quasi involontario, sulla città di quei tempi, molto diversa da oggi, non solo perché era 'più piccola'. Un'ambientazione che non è solo uno sfondo, quel film non poteva essere ambientato altrove. Prato è parte integrante di quella storia".

Basti pensare alla scena dei telai. Indimenticabile.

"Una scena che terrorizzava la produzione. Era difficile e pensavao che la resa potesse essere deludente, che si vedessero i fili che muovevano le spole. Figuratevi che la produzione volle montare immediatamente la scena a Roma, mentre stavo ancora girando a Prato, la vollero vedere subito per essere certi che fosse venuta bene. Ed è rimasta".

C'era della genialità in quel modo di fare commedia, qualcosa che oggi è quasi scomparso a favore delle storie 'facili'.

"C'erano senz'altro scintille di genialità e non l'abbiamo limitata, anzi, credo che abbiamo aggiunto anche altri elementi in quella direzione".

Come fu il rapporto con Nuti?

"Per i primi due film fu idiliiaco, poi col terzo cominciò a incrinarsi qualcosa, ma Francesco aveva sempre più voglia di essere lui il regista e infatti seguì quella strada. Ma avremmo potuto continuare, magari alternando, peccato che sia andata così. Dopo 'Son contento' non ci siamo più parlati, sembrava quasi che avessimo litigato, checi fosse stata una rottura traumatica, ma non fu così, assolutamente. E ripeto, all'epoca il rapporto fu molto buono, con lui e con tutto il cast. Io poi scelsi una regia molto lineare, evitando di sovrappormi a Francesco, mentre per 'Io, Chiara e lo Scuro' servì una direzione più solida, più americana".

Prato ricorda ancora Nuti e il suo cinema. Questo anniversario però è un'occasione speciale.

"Sarà una bella festa, con una punta di amarezza perché tutti avrebbero voluto festeggiare con Francesco".

Il programma

Venerdì 8 luglio Prato celebra i 40 anni di madonna che silenzio c'è stasera. Alle 17 nella sala conferenze della biblioteca Lazzerini si comincia con ‘Madonna che ricordi’ , un incontro condotto dal giornalista Federico Berti con Edy Angelillo, Maurizio Ponzi in videocollegamento, Giovanni Nuti, Ginevra Nuti, Anna Maria Malipiero, Claudio Casale, Lamberto Muggiani, il gruppo musicale “Barluna”.

Alle 18.30  nella galleria espositiva della biblioteca Lazzerini inaugurazione della mostra documentaria, bibliografica e multimediale "Madonna che silenzio c’è stasera. Quarant’anni di risate".

Alle 21.30 al Castello dell’Imperatore verrà proiettato il film alla presenza degli ospiti intervenuti all’incontro. Ingresso gratuito, prenotazione obbligatoria a [email protected]