Sogno di una notte di fine estate con le foto surrealiste di Mario Rotta

Da sabato 26 settembre alla Galleria Ambigua di via Cavour la mostra "In to the dreams" fotografie surrealiste e immagini surreali per un altro modo di intendere la fotografia. Collage, ritagli, architetture impossibili tra poesia e metafisica

Mario Rotta

Mario Rotta

Arezzo 23 settembre 2020 - Sogni in mostra. Sogni fatti o semplicemente  immaginati attraverso il suo “terzo occhio”, quello della macchina fotografica. Mario Rotta, personalità di spicco nel mondo dell’arte, della didattica, dell’e-learning, della multimedialità, tra le sue mille passioni e competenze ha anche la fotografia, ma quello che ferma nel suo obiettivo poi si trasforma sia come linguaggio che come significato. Il suo portfolio è ricchissimo di suggestioni e di idee che metterà nella  mostra “Into the dreams” dal 26 settembre al 12 ottobre nella Galleria Ambigua di Lucrezia Lombardo in Piazza della Badia ad Arezzo. Ha scelto  foto surrealiste e immagini surreali, un gioco tra poesia e metafisica. “Con le sue sperimentazioni, Rotta riesce a dar vita ad un nuovo modo di creare, in cui le forme sono  subordinate ad un gioco esegetico che mette in crisi le certezze della percezione sensibile” scrive Lombardo. "Uso almeno due tecniche diverse. La prima è la pura elaborazione digitale, ad esempio, con appositi software sovrappongo più immagini semitrasparenti, in modo che ciascuna lasci intravedere l’immagine che si trova negli strati via via più profondi - spiega Mario Rotta - a quel punto i vari strati possono anche essere spostati e posizionati in modo da creare forme complesse, dove spesso gli elementi di uno strato si fondono letteralmente con quelli di altri, linee, forme fino a quando non si arriva a un’immagine di senso compiuto, ad esempio un’architettura impossibile, ma tuttavia plausibile. In altri casi le immagini sono realizzate con tecniche miste, compreso il collage di ritagli di fotografie e stampe. Spesso uso tecniche surrealiste, cercando punti di contatto tra fotografie diverse, in modo che sembri intenzionale, e sotto certi aspetti lo è, anche se inconsciamente: linee che proseguono come ininterrotte su più fotografie accostate, colori che si confondono fino a quando non si capisce più dove finisce una fotografia e comincia l’altra. Certo, a volte passano mesi o addirittura anni prima che queste assonanze si rivelino”. In poche parole, sono fotografie o creazioni artistiche che non hanno più nulla a che vedere con la fotografia così come si intende comunemente. “In effetti hanno poco a che vedere con le fotografie centrate sulla luce o con la cattura dell’attimo significativo a cui siamo abituati - continua Rotta - ma in realtà anch’io colgo attimi e interpreto la luce: è il mio diario visivo, oltre quarant’ anni di scatti istintivi, che oggi sono un archivio di quasi centomila immagini”. E il viaggio immaginifico prende varie strade. "Spesso, trattandosi di illusioni ispirate al surrealismo non c’è un vero e proprio significato: sono divertimenti, piccoli racconti senza senso, omaggi ad artisti come Rene Magritte. Magari contengono delle citazioni, delle allusioni, non sempre evidenti e facili da scoprire: ma questo fa parte del gioco. Più spesso, però, si tratta di immagini oniriche, ovvero di sogni, modi di rappresentare i miei sogni ricorrenti ma  anche anticipazioni di sogni. Più spesso ancora, sono immagini mentali, rigorose, in cui si possono ritrovare, ad esempio nelle architetture fantastiche, simmetrie metafisiche, sezioni auree, sequenze matematiche o esercizi di stile dedicati ai colori. Per andare oltre le porte della percezione, dove tutto appare per ciò che realmente è: infinito. Sono parole di William Blake, che spesso mi sono di ispirazione”.  Inaugurazione della mostra sabato alle 18 con l’attrice Cinzia Vaccari che leggerà testi dello stesso Mario Rotta e di Costantino Kavafis, André Breton, Dante Alighieri e Jorge Luis Borges. In caso di maltempo cerimonia al Caffè dei Costanti.