L'ultimo west di Sergio Leone nel libro di Roberto Donati

Presentazione sabato 19 gennaio alla libreria Feltrinelli di Arezzo del saggio "C'era una volta il West"

Claudia Cardinale

Claudia Cardinale

Arezzo 19 gennaio 2019 - Il volto di Claudia Cardinale, in primissimo piano, proprio come quelli di Sergio Leone, è la copertina del nuovo libro di Roberto Donati dedicato a Sergio Leone“C’era una volta il West” appena uscito per la casa editrice Gremese, che verrà presentato sabato 19 gennaio alle 17.30 alla libreria Feltrinelli di via Garibaldi ad Arezzo. Un omaggio dettagliato di notizie e foto sull’'universo cinematografico di Sergio Leone legato a doppio filo alla sua America, quella fatta di dollari, cowboy, gangster, su suoi tempi narrativi dilatati, i suoi (anti)eroi da tragedia greca e il suo senso di stanchezza e di morte. In questo caso “C'era una volta il West” è al tempo stesso un film sull'inizio e sulla fine del West, del western all'italiana che, nonostante i tantissimi film, era sempre stato relegato nella cinematografia di serie B. Errore gravissimo, perché lo stile Leone ha fatto e sta ancora facendo ancora scuola.

Un esempio? “Quindici minuti e trentotto secondi senza parlato - fa notare Donati - li riempiono, a turno, lo stridore di una porta di legno che si apre, lo scricchiolare delle pale, il cigolio della banderuola di un mulino a vento, il richiamo rauco di un uccello e quello strozzato di qualche gallina, il turbinio del vento che disturba la sabbia e gli infissi. La porta che si è aperta immette in una baracca in mezzo al nulla del deserto: vi è entrato un uomo da cui con molta probabilità è meglio tenersi alla larga. Non spiccica parola, aspetta e basta. L’incipit è prodromico di tutto il film: C’era una volta il West è un film sull’attesa. Sull’attesa della morte. Ma non ci si lasci dunque ingannare dalle apparenze: nella prima sequenza, il film (e con esso il pubblico) non sta attendendo l’arrivo dell’eroe/giustiziere di turno, come poteva ancora succedere in Sentieri selvaggi. E’ di attesa della morte che l’overtoure di C’era una volta il west parla: il grande tema dell’intero film. L’arrivo del treno in ritardo rompe l’attesa e, in apparenza, scioglie la tensione: i tre uomini interrompono le loro estemporanee attività (riguardanti rispettivamente una mosca ronzante, una fastidiosa goccia d’acqua e le frementi nocche di una mano) e si avviano verso il luogo deputato per la resa dei conti”. E pensare che la prima versione del film durava 165 minuti.

Nel saggio di Donati, per la collana “I migliori film della nostra vita”, quindi, anche una sorta di guida alla visione di questo capolavoro fuori e dentro lo schermo. Sul grande regista italiano Donati ha già pubblicato i saggi “Il cinema di Sergio leone” nel 2005 e “Sergio Leone. L'America, la nostalgia e il mito” presentato al Festival del cinema di Venezia nel 2009.

Silvia Bardi