TOMMASO CARMIGNANI
Agrofutura

Guerra commerciale e politiche europee. AgroFutura, il confronto tra Nardella, Nevi e La Pietra

L’ex sindaco di Firenze, oggi Europarlamentare: “Guai a sottovalutare Trump”. Il sottosegretario all’Agricoltura: “Fondamentale dialogare con gli Usa”

Dario Nardella e Sara Funaro (Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Dario Nardella e Sara Funaro (Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Firenze, 10 giugno 2025 – La guerra commerciale con gli Usa e i dazi, ma anche le politiche europee sul Bio e l’importanza degli investimenti in agricoltura. Se n’è parlato ad Agrofutura in un panel moderato dalla vicedirettrice de La Nazione, Cristina Privitera, e intitolato “Italia-Europa: il ruolo del Paese nelle politiche agricole”. Al tavolo l’ex sindaco di Firenze e membro della Commissione per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo, Dario Nardella, il senatore e sottosegretario del Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Patrizio La Pietra e il deputato, vice capogruppo vicario e portavoce nazionale di Forza Italia Raffaele Nevi.

Nardella e La Pietra, il confronto sulle politiche Usa

L’europarlamentare Dario Nardella individua quattro punti chiave su cui deve confrontarsi l’Unione Europa. "La nuova politica agricola, la guerra dei dazi, la competitività delle imprese e degli agricoltori e il rapporto con l’ambiente: i grandi temi sono questi. La guerra commerciale – dice Nardella –  è una grande questione che sta spingendo l’Unione Europe ad assumere delle posizioni significative. Noi abbiamo assunto un atteggiamento dialogante nei confronti di Trump, rilanciando sempre in modo corretto. Se il problema sono le tariffe, allora possiamo azzerarle”.

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"L’atteggiamento europeo è sempre stato di apertura – prosegue – ma gli Usa hanno sempre risposto picche. Si parla di Dazi al 25% su tutti i prodotti e servizi europei: non possiamo sottovalutare o sminuire questo aspetto, chi lo fa sbaglia e sottovaluta l’imprevedibilità del presidente americano. Come organizzarci? Puntando su una maggiore competitività delle imprese, pianificando investimenti attraverso un debito unico europeo, lavorando su innovazione tecnologica, intelligenza artificiale, bonifica dei territori e agricoltura 4.0. Non possiamo essere remissivi nei confronti di Trump, ma prepararci e organizzarci. Guai a sottovalutare questa offensiva americana, la preoccupazione c’è ed è reale: non possiamo aspettare che passi la nottata, sarebbe un errore clamoroso che non possiamo permetterci”. 

Patrizio La Pietra, sottosegretario all’Agricoltura, replica: “Non stiamo attendendo niente, stiamo facendo il lavoro che dobbiamo fare senza creare situazioni di scontro. Veniamo da un bilaterale nel quale abbiamo cercato di capire la situazione, trovando grande disponibilità al dialogo nell’amministrazione statunitense. Per noi – dice – è importante parlare con gli Usa. Abbiamo fatto presente che i nostri prodotti non sono soltanto delle eccellenze, ma anche che non vanno in concorrenza con i prodotti americani. Anzi, li arricchiscono. Noi esportiamo circa 8 miliardi di valore agroalimentare, un valore che là viene raddoppiato e triplicato: sono somme che rimangono nel sistema produttivo e finanziario degli Stati Uniti. Lo abbiamo fatto presente al ministro dell’agricoltura americano e lui l’ha colto. Ci è stato chiesto se c’è una reciprocità nell’acquisto di prodotti americani di cui noi abbiamo bisogno, come ad esempio il mais o il grano. Su questo non siamo autosufficienti. Una soluzione ci può essere e può essere positiva, aprendo al tempo stesso a nuovi mercati. Il ministro Lollobrigida è stato di recente a Osaka, dove ci sono margini per creare sinergie importanti”.

Investimenti e produzione industriale in agricoltura

La parola passa a Raffaele Nevi, deputato, vicecapogruppo vicario e portavoce nazionale di Fratelli d’Italia: “Al settore dell’agricoltura si aggancia quello della produzione industriale, che sta crescendo. Questo può essere importante per aumentare il livello delle esportazioni. Siamo collegati a doppio filo all’Europa e questo è il nostro paracadute naturale, è un mercato grande e strategico per i nostri prodotti agricoli e agroalimentari. Voglio essere ottimista, penso che sia interesse di tutti arrivare ad un accordo che stabilizzi i mercati e ci consenta di avere quei rapporti di libero scambio che ci sono stati fino ad oggi. Gli Usa hanno delle problematiche da affrontare, dobbiamo capire anche noi come risolvere le nostre, ma penso che si arrivi ad un’intensa. Cose significative ne abbiamo fatte: abbiamo speso soldi del Pnrr a favore dell’agricoltura, abbiamo fatto delle leggi per porre l’Italia a capo di una svolta importante su innovazione e modernità, senza tornare al vecchio dibattito sugli Ogm. Nardella parlava giustamente della necessità di convincere i paesi europei a creare un debito comune anzichè lasciare soli i singoli stati, spero che tutti insieme si riesca ad andare avanti e mettere pressione sull’Europa affinchè passi questa impostazione. Uno sforzo comune per garantire a tutti uno sviluppo coerente”.

Sostenibilità ambientale, Bio e redditività dell’agricoltura

Tra i grandi temi c’è anche quello della sostenibilità ambientale: “In passato – dice l’eurodeputato Nardella – l’agricoltura è stata considerata come un problema per la sostenibilità ambientale, così come si è pensato che il cambiamento fosse una favoletta. Sono due falsità. Se siamo d’accordo su questi due punti, possiamo trovare una quadra a livello europeo. La Regione Toscana è molto avanti come superficie coltivata a Bio: l’Europa ha fissato nel 20% la percentuale entro il 2030, ma qui siamo già oltre. Dobbiamo mettere in campo strumenti più efficaci per agevolare il Bio, ma anche per abbassare l’età media degli agricoltori. Aprirci alle nuove tecnologie, all’intelligenza artificiale e all’agricoltura 5.0. I giovani sono interessati alla transizione e all’innovazione: una politica comune deve essere costruita partendo da qui, senza parlare di tagli ma anzi aumentando investimenti e misure di sostegno”.

La replica di La Pietra: “Il Bio è importante, ma è altrettanto vero che pur salvaguardando questo aspetto dobbiamo investire di più nella ricerca per ottenere la sovranità alimentare e dare sicurezza ai cittadini italiani ed europei. Così possiamo coltivare di più e meglio. Le risorse? Sì, vanno aumentate – spiega – ma voglio ricordare che di somme per l’agricoltura e l’innovazione, così come per i giovani, le abbiamo messe. Possiamo e dobbiamo fare di più, ma bisogna anche ragionare in termini complessivi e valutare la situazione a 360 gradi. Lavorare sulle aree svantaggiate vuol dire anche creare i presupposti per fare in modo che chi investe in quelle zone possa poi restarci. Noi crediamo molto su questo, ma crediamo anche e soprattutto nella questione delle filiere: non possiamo pensare ad investimenti puramente agricoli se non li inquadriamo in un’ottica di filiera”.

Il tema della redditività al centro dell’intervento di Nevi: “Per portare i giovani in agricoltura – dice il deputato di Forza Italia – è fondamentale garantire loro un reddito. E proprio riguardo al Bio, è necessario che la resa sia sufficiente a garantire i costi. Dobbiamo produrre di più inquinando di meno, ma se questa produzione cala è un problema. Solo così possiamo avere un tipo di approccio win win: creando un reddito. E’ una visione non ideologica ed è quella che dobbiamo perseguire. Stesso discorso per i cinghiali: tutti abbiamo a che fare con agricoltori che si lamentano di questo tema, ma quando proviamo a intervenire ci troviamo 5mila emendamenti che vanno in direzione opposta e ci danno battaglia. Dobbiamo fare delle scelte ed essere pragmatici”.