ROSSELLA CONTE
Cronaca

Il turismo degli spiccioli a Firenze. ‘Dividono il piatto in due e l’acqua dal rubinetto’

Lo sfogo di Risoluti, titolare della Vineria del Re: “Così non si va avanti”. I guai: “Folle rumorose che sporcano e non vogliono pagare il coperto”

Turisti a Firenze in un'immagine di repertorio

Turisti a Firenze in un'immagine di repertorio

Firenze, 31 luglio 2025 – Un esercito di visitatori che affolla il centro, ma lascia poco o nulla. Sporcano, non spendono, non rispettano le regole minime del vivere civile. Dopo l’allarme lanciato da Fernando Vettori, titolare di una storica gioielleria su Ponte Vecchio, e da altri orafi del centro, arriva ora la voce di chi il turismo lo vive ogni giorno tra i tavoli: Davide Risoluti, titolare della Vineria del Re in piazza della Repubblica, non ha dubbi.

«Così non si va avanti. Il centro è invaso da turisti che mangiano un solo piatto, si portano l’acqua da casa, non ordinano nemmeno un calice di vino e pretendono di non pagare il coperto. Dobbiamo fare una selezione».

Risoluti, partiamo da qui: qual è il suo giudizio sul turismo che oggi attraversa Firenze?

«È un turismo invadente, eccessivo. Non porta valore alla città. Parliamo di comitive che scendono dai pullman, intasano le strade a piedi, si siedono ovunque, anche per terra. Lasciano rifiuti, riempiono i cestini, sporcano. E poi non spendono: al ristorante chiedono solo un piatto da dividere, magari con il pane fanno la bruschetta da soli usando l’olio del tavolo. E guai a parlare di coperto: si lamentano anche per pochi euro. Questo non è turismo di qualità, è solo passaggio. E Firenze non è fatta per questo».

La città è piena, ma i conti non tornano?

«Il numero dei coperti è alto, ma lo scontrino medio si è abbassato tantissimo. Mancano gli americani, che erano i clienti migliori: educati, curiosi, rispettosi. Ora vedo solo persone che entrano, chiedono l’acqua del rubinetto e si offendono se gli fai pagare il servizio. E mentre noi dobbiamo rispettare regole e licenze, ci sono supermercati che vendono piatti pronti. Non è ristorazione, è una farsa».

Qual è, secondo lei, la soluzione?

«Contingentare. Bisogna limitare il numero di pullman che arrivano in città. Alcuni scaricano centinaia di persone tutte insieme, senza alcuna gestione. I bus creano traffico, portano comitive che non spendono nulla, fanno solo danni. La soluzione è semplice: fissare un numero massimo di ingressi giornalieri per i pullman turistici e alzare il ticket d’ingresso. Solo così possiamo selezionare i flussi e migliorare la qualità». Un ticket d’ingresso alla città, quindi.

È d’accordo con la proposta di Federalberghi rilanciata da Vettori?

«Sì, ma con una precisazione: chi dorme già paga la tassa di soggiorno, quindi non deve subire altri balzelli. Ma chi viene solo in giornata, chi arriva in massa senza portare alcun beneficio alla città, è giusto che contribuisca. È una forma di rispetto. Poi è difficile controllare il singolo turista, mentre è molto più facile colpire il pullman. Si può stabilire un prezzo di accesso più alto per ogni mezzo, proporzionato al numero dei posti, per rendere selettiva la visita. E con quei soldi si migliora Firenze: più bagni pubblici, più decoro, più sicurezza».

Oggi invece cosa succede?

«Succede che chi vuole godersi la città con calma si trova schiacciato da una folla rumorosa, disordinata e senza regole. E questo fa male anche a noi operatori: il centro è diventato invivibile, persino per chi ci lavora. Le attività storiche chiudono o faticano».