Perugia, 10 agosto 2025 – Disco verde per le assunzioni, ma scende la domanda di laureati. E non era mai stata così bassa. La nostra regione si adatta insomma ad un sistema al ribasso. Ad agosto dunque le imprese dell’Umbria prevedono 4.380 assunzioni, con un saldo negativo di 230 unità rispetto allo stesso mese del 2024. Su base trimestrale, però, il dato si fa positivo: tra agosto e ottobre sono 17.920 gli ingressi previsti, 390 in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. I dati arrivano dall’ultimo bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro nell’ambito del Programma nazionale “Giovani, donne e lavoro”, cofinanziato dall’Unione europea. Excelsior è oggi uno strumento fondamentale per leggere in tempo reale le dinamiche occupazionali italiane: ogni mese intervista oltre 100mila imprese, restituendo una mappa dettagliata delle assunzioni previste, dei profili ricercati e delle difficoltà di reperimento.
Ma la vera notizia, come rilevato da una specifica analisi della Camera di Commercio dell’Umbria, non sta nei volumi assoluti delle assunzioni, bensì nella loro composizione qualitativa. E questa composizione racconta un cambiamento profondo e, sotto molti aspetti, preoccupante. Il primo dato allarmante riguarda la domanda di laureati: solo il 7% delle assunzioni previste ad agosto 2025 richiede un titolo universitario. È il livello più basso dal 2019, anno in cui la quota era al 9%, poi scesa all’8% nel 2024. Un trend che non riguarda solo l’Umbria: anche a livello nazionale si osserva un arretramento, con il dato italiano che passa dall’11% del 2019 al 9% attuale. Il che significa che il sistema produttivo nel suo complesso si sta allontanando dai profili ad alta qualificazione, con un impatto negativo sull’innovazione e sulla crescita di lungo periodo. Se laureati e diplomati perdono terreno, altri profili avanzano con decisione. A guidare la trasformazione è la voce “qualifica o diploma professionale”, che da sola assorbe il 45% delle assunzioni umbre previste ad agosto 2025. Era al 32% nel 2019 e al 44% nel 2024: una crescita continua, che riflette la domanda di competenze operative e specialistiche di base, a scapito dell’istruzione generale. Nel frattempo, diplomati e laureati insieme rappresentano solo il 31% delle assunzioni (24% i diplomati, 7% i laureati), contro il 46% del 2019. Un vero e proprio slittamento verso il basso nella scala formativa. Inalterata, invece, la quota di chi entra nel mercato del lavoro con la sola scuola dell’obbligo, che rimane attorno al 22%.
A completare il quadro, l’evoluzione dei profili professionali richiesti. Crescono quelli “generici”, ovvero senza specializzazione specifica, che passano dal 12% del 2019 al 18% nel 2025. All’opposto, calano sensibilmente le assunzioni di dirigenti, specialisti e tecnici (dal 17% al 12%) e quelle di operai specializzati e conduttori di impianti (dal 37% al 27%). Solo le professioni commerciali e dei servizi registrano un incremento, passando dal 28% al 37%, mentre gli impiegati restano stabili al 6%. Questi dati indicano una struttura occupazionale che si sposta verso profili intermedi e generici, mentre si restringe lo spazio per le professioni più complesse, cruciali per l’innovazione.
“La vera sfida oggi – osserva Giorgio Mencaroni, presidente Camera di Commercio – è trovare la chiave perché l’economia umbra possa collocarsi stabilmente su livelli più elevati di innovazione, sia nelle attività tradizionali che in quelle ad alto contenuto tecnologico, che nella nostra regione stanno vivendo una fase di stallo. Serve un patto corale e concreto per spingere l’Umbria verso un salto di qualità, facendo leva sulla transizione digitale ed ecologica. Non a caso, questi sono i due pilastri del programma strategico che la Camera di Commercio dell’Umbria sta portando avanti. Non si tratta di far crescere un settore a scapito di un altro, ma di far crescere tutto il sistema. È questo l’unico modo per costruire un futuro più solido, attrattivo e competitivo per il nostro territorio”.