MARIO ALBERTO FERRARI
Cronaca

San Ranieri tra fede e guerra: "Ho visto cuori pieni di rancore. Dobbiamo scegliere la vita"

Reduce da un pellegrinaggio interrotto in Terra Santa, l’arcivescovo Cannistrà parla alla città. Dalla cattedrale gremita, l’appello: "Il nostro patrono ci insegna a essere ponte fra i popoli". .

Reduce da un pellegrinaggio interrotto in Terra Santa, l’arcivescovo Cannistrà parla alla città. Dalla cattedrale gremita, l’appello: "Il nostro patrono ci insegna a essere ponte fra i popoli". .

Reduce da un pellegrinaggio interrotto in Terra Santa, l’arcivescovo Cannistrà parla alla città. Dalla cattedrale gremita, l’appello: "Il nostro patrono ci insegna a essere ponte fra i popoli". .

"San Ranieri ci ha insegnato che si può cambiare: nel XII secolo trasformò il suo viaggio di affari in Terra Santa in un pellegrinaggio, ci ha insegnato ad ascoltare la voce dello Spirito che ci chiama alla libertà e alla verità del Vangelo. Sono appena tornato dalla Terra Santa dove ho ritrovato il calore di Gesù ma anche cuori di uomini pieni di rancore, menti che hanno perso il senso dell’umanità, della dignità di ogni uomo e donna". Così l’arcivescovo Saverio Cannistrà ha celebrato ieri il santo patrono di Pisa e lo ha fatto immergendo la sua omelia nell’attualità di questi tempi segnati da lutti e guerre. In Medio Oriente, come in Europa. Esperienze che il prelato ha conosciuto da vicino recentemente.

Cannistra, infatti, è tornato da pochi giorni a Pisa, reduce da un complicato pellegrinaggio in Terra Santa, interrotto bruscamente dalle tensioni esplose tra Israele e Iran, che lo hanno costretto a lasciare in fretta la Città Vecchia di Gerusalemme, rimanendo bloccato in Giordania. Nonostante il suo viaggio sia stato breve, l’arcivescovo di Pisa ha avuto modo di osservare, accanto ai luoghi sacri della tradizione cristiana, il dolore di popoli martoriati dalla guerra. Cannistrà ha dunque riportando le sue difficoltà e dubbi umani a una cattedrale gremita da diverse centinaia di fedeli, che lo hanno ascoltato - per la prima volta anche in lingua dei segni - nella sua prima celebrazione solenne per la ricorrenza del patrono cittadino.

"La duplice esperienza che ho vissuto - ha aggiunto Cannistrà - mi mette salutarmente in crisi. Mi sento come il popolo di Dio, al quale il Signore dice ‘ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione: scegli dunque la vita’ ed è questo il messaggio che la festa di San Ranieri ci consegna: scegliamo la vita, entriamo nella vita, non cediamo alle forze che ci spingono a restare nelle tenebre e nell’ombra di morte".

Alla celebrazione solenne in cattedrale erano presenti le maggiori autorità cittadine: il sindaco Michele Conti – che ha partecipato, con la fascia tricolore indosso, all’offertorio – insieme agli assessori Porcaro e Dringoli, il prefetto Maria Luisa D’Alessandro, il presidente della Provincia Massimiliano Angori, il questore Salvatore Barilaro, insieme ai comandanti di carabinieri, guardia di finanza e aeronautica militare.