TERESA SCARCELLA
Cronaca

L'esame di maturità dei vip, gioie e dolori. Carlo Conti: “Mi ero rotto una gamba, arrivai in barella”

I volti noti di Firenze aprono il cassetto dei ricordi e raccontano come hanno vissuto la loro maturità. Disavventure, incidenti, agitazione e frustrazioni. Un suggerimento? “Godetevi tutte le emozioni”

Carlo Conti, Chiara Francini e Gaia Nanni

Carlo Conti, Chiara Francini e Gaia Nanni

Firenze, 18 giugno 2025 – Oggi li vediamo padroneggiare palchi, studi televisivi, set e viene difficile immaginarli tra i banchi di scuola con l’ansia per gli esami di maturità, ad arrossire di fronte alla commissione o ad ammattire su una traccia. Eppure ci sono passati anche loro da quel maldipancia, da quel turbinio di emozioni confuse, tra l’entusiasmo di conoscere il futuro e la nostalgia di lasciare un porto sicuro. Personaggi dello spettacolo e del cinema, intellettuali, volti noti fiorentini. Come hanno vissuto la loro maturità? Che ricordo hanno? E che consigli si sentono di dare a chi la deve affrontare?

“Il mio ricordo è meraviglioso, tra il simpatico e il drammatico, perché ho dato il mio esame di maturità in barella - racconta Carlo Conti -, mi ero rotto una gamba il mese prima, ero tutto ingessato e mi accompagnò la Misericordia. Ricordo l’affetto dei miei compagni, di quella V A dell’Istituto tecnico commerciale, che si alternavano a casa mia per ripassare. Il mio consiglio - continua il conduttore - è di andarci tranquilli, ormai quel che è fatto è fatto, ma un ripassino dell’ultimo momento non guasta mai. Soprattutto consiglio di arginare la tensione e la paura, perché sarà uno dei primi dei tanti esami importanti della vita”. “Io la maturità la feci da esterna, come studentessa delle scuole serali - ricorda Gaia Nanni - mi trovai davanti a una commissione di docenti che non avevo mai visto prima. In quel bagno di ansia a tenermi salda la mano fu la Paolina, la mia professoressa di francese. Da allora mi è rimasta accanto e mi tiene la mano salda oggi come allora, tutte le volte che penso di non farcela e alla fine invece ci si fa. Il mio consiglio è proprio questo: trovate la vostra mano salda, chiunque sappia starvi accanto quando vi sentite vacillare. Perché se è vero che da soli si va più veloci, è anche vero che solo insieme si va più lontani”.

Decisamente meno fortunato, invece, Stefano Massini, per cui la maturità rievoca brutte sensazioni. “La ricordo come una specie di burrone, un abisso nero. Successe di tutto: i commissari si presero a male parole gli uni con gli altri, faide tremende, offese, grida e minacce di cause legali - ci confida lo scrittore e drammaturgo - Avevo gli incubi notturni non tanto per la preparazione degli esami, andavo bene a scuola, ma proprio per quell’atmosfera massacrante. E poi amavo molto il liceo e quindi percepivo la maturità come la fine di un periodo bello, al contrario l’università fu un’esperienza negativa. È stato un passaggio difficile e come tale lo ricordo ancora”.

Più comica, invece, l’avventura di Andrea Muzzi. “La notte prima degli esami ebbi la stupida idea di dormire a casa di un compagno - ricorda - Era sonnambulo e mi rubò le scarpe nel sonno, nascondendole chissà dove. Arrivai in ritardo, con ai piedi dei sandali di cui mi vergogno ancora oggi. Godetevela - è il suo consiglio - Lo so che sono botte di emotività e che preoccupa, ma vivetela come un mare di emozioni e non con ansia da prestazione. Godetevi l’adrenalina, la paura, tutto. Perché è ciò che vi porterete per sempre”. Ne sa qualcosa Chiara Francini: “Ricordo tutto, il banco, la posizione, come ero vestita, le domande all’orale - ammette l’attrice -. Il mio professore di greco, Mauro Conti, mi disse: se ti chiedono di Svevo, della figura dell’inetto, sai da cosa deriva? Io lo guardai e lui mi disse: viene da ’non atto alla vita’. Oggi lo rivivo come uno dei momenti più belli della mia vita, non lo dimenticherò mai”.