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Cronaca

Maturità, i consigli della psicologa per combattere l’ansia

Christina Bachmann: “L’ansia di per sé non è un nemico, ma va riconosciuta e gestita”. Ecco alcune tecniche per tenerla sotto controllo

Una studentessa all'esame di Maturità (Acerboni/FotoCastellani)

Una studentessa all'esame di Maturità (Acerboni/FotoCastellani)

Firenze, 16 giugno 2025 – L’ansia per la maturità è una compagna quasi inevitabile per molti studenti. Ma non va demonizzata a prescindere. “Avere un po’ di ansia è del tutto normale – spiega Christina Bachmann, psicologa e psicoterapeuta – perché significa che l’esame ci sta a cuore, che vogliamo fare bene. Di per sé, non è qualcosa di negativo”. Il problema nasce quando l’ansia supera una certa soglia e si trasforma in qualcosa di più profondo, al punto da interferire con la quotidianità.

Quando, oltre al batticuore o alla paura di non riuscire, compaiono sintomi fisici come l’insonnia, la nausea, il vomito, o si hanno veri e propri blocchi, allora si è andati oltre ed è consigliabile rivolgersi ad uno specialista. In caso di classica ansia da esame, invece, si può ricorrere a strumenti semplici ma efficaci: tecniche di respirazione, esercizi di rilassamento, cercare di dominare i pensieri che alimentano il panico. “Bisogna ricordare a se stessi che anche se l’esame dovesse andare male, non è la fine del mondo – sottolinea Bachmann –; sbagliare è permesso. Il voto non descrive la persona”.

Consigli per tenere a bada l'ansia della Maturità
Christina Bachmann, psicologa e psicoterapeuta

Per affrontare nel modo giusto questa prova, prosegue la psicologa, il primo passo è prendersi cura del proprio corpo. Dormire almeno otto ore per notte, mangiare bene, uscire a camminare, impostare un programma di ripasso che preveda anche pause, momenti all’aria aperta e spazi con gli amici: tutto questo serve a ridurre il livello di stress e a mettere lo studente nelle condizioni migliori per esprimersi. “Le corse dell’ultimo minuto – avverte la psicologa – spesso peggiorano la situazione. Non ha senso stare svegli fino a tardi o svegliarsi all’alba nella speranza di recuperare ciò che non si è fatto prima. Più il corpo è stanco, meno rende. Più si forza la mente, meno si concentra”.

Anche il giorno dell’esame, piccoli gesti possono fare la differenza: fare colazione, ad esempio, è fondamentale. Saltarla non solo abbassa le energie, ma alimenta l’agitazione. Un aspetto importante, spesso sottovalutato, è poi quello della condivisione. Tenersi tutto dentro, fingere che vada tutto bene, è un carico che non giova a nessuno. “Parlare con amici, familiari, dire che si è preoccupati – consiglia Bachmann – aiuta a normalizzare la paura, a ridimensionarla. E i genitori, in questo, possono svolgere un ruolo prezioso. Devono essere un punto di riferimento solido, capace di rassicurare senza giudicare. È importante che il messaggio che arrivi ai ragazzi sia: stai tranquillo, sappiamo che hai dato il massimo. Questo è ciò che più conta”.

Un’attenzione particolare va poi riservata agli studenti con Disturbi specifici dell’apprendimento. Anche durante la maturità hanno diritto a utilizzare tutte le misure e gli strumenti compensativi previsti dal loro Piano didattico personalizzato, esattamente come nel resto dell’anno scolastico. “L’esame, anche per loro, rispecchia il percorso fatto – spiega Bachmann –; non rappresenta un’eccezione ma una continuità”.