
Un'immagine dell'aula della Camera
Firenze, 28 luglio 2025 – “I miei tempi non sono quelli della politica e della giustizia, fate presto”. Drammatico appello di Libera (nome di fantasia), 55 anni, toscana, malata di sclerosi multipla in fase avanzata e completamente paralizzata. Dopo anni di sofferenze, aveva chiesto di poter porre fine alla propria vita con l'aiuto medico alla somministrazione del farmaco letale, come previsto dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale. Ma la sentenza 132/2025, arrivata nei giorni scorsi, ha rimandato la decisione definitiva, imponendo nuove verifiche tecniche sul territorio nazionale.
Attraverso l’Associazione Luca Coscioni, Libera si rivolge a politici e giudici. “I parlamentari hanno rinviato la discussione sul fine vita a settembre, come se la mia malattia potesse prendersi una pausa estiva. I miei tempi non sono neanche quelli della giustizia. I giudici chiedono altra documentazione e approfondimenti. Ma ogni giorno in più, per me, è sofferenza, tortura, umiliazione. Vi chiedo una sola cosa: fate presto”. Come detto, Libera ha avuto accesso al suicidio assistito ma essendo paralizzata ha chiesto di essere aiutata da un medico a morire. Il caso è finito in Consulta che ha dichiarato il quesito inammissibile.