
Franco Vaccari, fondatore e presidente di Rondine
Vaccari, qual è il valore della visita del presidente Mattarella a Rondine? "Grandissimo: il presidente si mette in dialogo pubblico con i giovani che vengono dai luoghi delle guerre. E lo fa di fronte a migliaia di persone affrontando temi cruciali. È un riconoscimento a Rondine per il lavoro che porta avanti da trent’anni e al coraggio di questi giovani, nemici a causa della guerra, ma pronti a spezzare le catene dell’odio".
In quale momento della storia di Rondine si affaccia Mattarella? "Prima lavoravamo con giovani da zone di conflitto a bassa intensità. Da tre anni operiamo su guerre violente e attuali. Rondine vive le crisi ma è rafforzata: scommette sul fatto che le relazioni tengono, resistono all’odio, seminano germi di riconciliazione. Oggi far nascere amicizia tra palestinesi e israeliani è quasi impossibile, ma le relazioni resistono alla tentazione dell’odio, a chiudere le porte all’altro. Le basi per quando ci sarà da ricostruire. Le “piantine” di Rondine resistono alla tempesta e saranno protagoniste del futuro".
La visita di Mattarella segue a quella in Vaticano: è un segno che le piace leggere? "Sì, ci emoziona: Rondine è sempre stata legata al magistero di pace dei pontefici. Francesco ha scritto e detto per Rondine cose meravigliose: nel 2018 ci ha dato coraggio per presentare alle Nazioni Unite il nostro modello. E Papa Leone con la sua “pace disarmata e disarmante” coglie l’essenza del nostro impegno. Mi piace pensare che Mattarella porterà qui vicinanza, affetto ma anche un riflesso dei suoi incontri con il Papa".
È attesa la senatrice Segre, vostra storica amica. Come si vive nella Cittadella l’ingorgo di emozioni intorno a Gaza? "A Rondine ogni giorno dialoghiamo con i giovani palestinesi e israeliani; raccogliamo fiumi di dolore e di angoscia, abbiamo finito le parole per descriverlo ma non la speranza e la meraviglia di chi da entrambe le parti scommette nello stare insieme.
Dalla Striscia arriverà un giovane allo studentato? "Sì, un ragazzo ha chiesto di entrare nella World House. Lo abbiamo avuto in videoconferenza da Gaza: si è scusato per il ritardo nel collegamento, prima doveva ricomporre diciotto corpi di connazionali dilaniati dai bombardamenti. Ci ha detto: cerco la pace senza vendetta. Sarà qui tra due mesi per l’avvio dell’anno di formazione".
Mattarella incontrerà i ragazzi russi e ucraini? Come stanno vivendo da voi i mesi del conflitto? Certo, ne accoglierà i dolori e le speranze. Questi ragazzi, insieme ai coetanei israeliani e palestinesi, diranno a Mattarella di spendersi per il cessate il fuoco, la priorità nei due conflitti".
Il festival Youtopic rispecchierà la vostra vocazione anche su altri conflitti, dalla famiglia al lavoro... "Per noi conflitto è sinonimo di differenze che si incontrano: famiglie, scuole, imprese. Avremo ospiti di grande spessore. Penso a Paola Cortellesi, ad Agnese Pini, che i mettono in gioco per raccontare il proprio percorso di crescita. E il film su Liliana Segre racconta l’esperienza della senatrice a vita ad Auschwitz ma anche il conflitto nella sua famiglia e come ciascuno lo ha vissuto, tra fatica e speranza".
Quali sono stati i rapporti con il Quirinale e con i Papi? "Il primo incontro con Mattarella risale al 2018. In un’ora e un quarto, il presidente colse nel profondo la vita di questi giovani, il lavoro interiore per togliere l’inganno del nemico. I ragazzi lo hanno invitato a Rondine e lui ha accettato. Giovanni Paolo II ci ha ricevuto più volte, ha avuto parole meravigliose per noi. Ci ha donato un ulivo, piantato e benedetto dal cardinale Touran. Benedetto XVI ci ha ricevuto nella sua visita ad Arezzo. Con Francesco c’è stato vero feeling: il suo appello ai capi delle Nazioni perchè prendessero esempio dai giovani di Rondine lo dimostra".
Un conflitto aperto è quello affettivo, i femminicidi ne sono l’estrema conseguenza: quale la linea di Rondine? "La consapevolezza. Tutti siamo portatori di inimicizia. L’idea del nemico è un tarlo che si infila nelle relazioni e le corrode. Il metodo Rondine aiuta a renderci conto di quando scivoliamo verso l’inimicizia. Nessuno è buono in assoluto, siamo tutti a rischio: è bene prenderne coscienza prima che sia troppo tardi".