REDAZIONE SIENA

L’arcivescovo Lojudice:: "Prego per la Terra Santa"

Il cardinale è rientrato l’altra notte a Siena, oggi l’incontro con Papa Leone XIV

Il cardinale Augusto Paolo Lojudice

Il cardinale Augusto Paolo Lojudice

Nel sesto anniversario della sua nomina ad arcivescovo di Siena, il cardinale Augusto Paolo Lojudice racconta il suo rientro precipitoso dal viaggio in Terra Santa alla guida di una delegazione della Conferenza Episcopale Toscana: "Sono arrivato stanotte (ieri, ndr) a Siena dopo la missione per portare solidarietà alla comunità cristiana di quei territori – le parole dell’arcivescovo –. La Terra Santa ha una storia millenaria di alternanza tra guerra e pace. Là è nato, morto e risorto il Signore. Là Dio ha messo un punto fermo. Quanto a noi, potevamo fare poco, ma la nostra presenza è servita a entrare in contatto con la comunità cristiana e a dare grande forza".

Nella testa del cardinale risuonano le parole di chi testimonia la fede cattolica in quei territori: "Non lasciateci soli". "Per un anno abbiamo raccolto fondi in vari modi in ogni parrocchia della Diocesi – ha spiegato Lojudice –. Fondi che abbiamo dato al Patriarcato, alla Custodia, a un centro diurno e a un ospedale. Il bilancio del pellegrinaggio è stato dunque positivo, anche se non ci aspettavamo un epilogo del genere, che distoglie l’attenzione dagli omicidi e infanticidi in corso". E ancora: "Dobbiamo sempre gridare alla vita e alla pace come San Bernardino – ha continuato il cardinale –. Denaro e potere portano alla distruzione degli esseri umani. La storia insegna che i tiranni cadono, ma al prezzo di quante vittime?".

L’arcivescovo non ha dubbi: "Noi ce la siamo cavata. Continuavo a ripetere che in un modo o nell’altro ne saremmo usciti. Non volevamo creare problemi, ma abbiamo trovato un grande senso di tutela nei nostri confronti durante tutto il viaggio".

Innegabile "il disagio nei primi momenti", quando Israele ha attaccato l’Iran, ma il messaggio cristiano deve prevalere: "Bisogna continuare a resistere coltivando la speranza come San Bernardino e Santa Caterina, che nei secoli gridavano il valore della pace, da sempre messo in discussione dagli esseri umani. Tuttavia dobbiamo sempre guardare avanti, al futuro soprattutto in certi momenti storici".

Dopo il viaggio in pullman fino ad Amman in Giordania, dove la delegazione della Cet si è imbarcata sul primo volo per l’Italia, ora il cuore e la mente dell’arcivescovo sono rivolti "a coloro che sono rimasti in Terra Santa e che ci vivono": "A loro vanno le nostre preghiere perché la vita è il valore più grande e va preservato". Oggi l’incontro a Roma con Papa Leone XIV: "Se me lo chiederà, gli parlerò del viaggio".

Cristina Belvedere