
Il sindaco Nicoletta Fabio
"Più in ansia da docente che da studente", così il sindaco Nicoletta Fabio ricorda la sua ’maturità’ - l’esame scatterà domani con il primo scritto in contemporanea in tutte le scuole superiori d’Italia –. Vissuta nel tempo in due posizioni diverse, entrambe comunque da ’esaminata’, per le competenze acquisite sul banco prima e per quelle trasmesse dalla cattedra poi. Nicoletta Fabio, prima che sindaco, è insegnante di italiano, latino e storia al liceo delle Scienze umane Piccolomini di Siena.
La sua maturità? Preoccupazione o liberazione?
"Un passaggio necessario. Non parlerei di paura né preoccupazione, anche se non ne ho un bel ricordo. Ho terminato gli studi al liceo Michelangelo di Firenze e non mi sono sentita così a mio agio".
Ha fatto il classico dunque, scelta sua?
"Familiare direi, in una famiglia in cui tutti avevano fatto il classico, non potevo io allora cambiare strada. La scelta però l’ho condivisa e la rifarei".
Venendo all’esame, latino o greco allo scritto?
"Greco ma non ricordo l’autore. Un episodio però mi è rimasto impresso: un compagno di classe, di cui non farò il nome, si è ’ispirato’, per così dire, alla mia versione ma correggendo in ultimo un termine, senza dirmelo. E’ stato il mio unico errore".
E quale traccia di italiano?
"Al tempo c’erano una traccia di attualità e una di cultura, io scelsi l’attualità. Quello che ricordo è però il giorno dello scritto, il 2 luglio 1980. Poi ho un altro dettaglio buffo: la commissione d’esame al tempo aveva solo un membro interno, che per noi è stato l’insegnante di matematica, tutti gli altri esterni: il commissario di latino era il temutissimo professor Zanieri del ginnasio di Siena, che con me è stato squisito".
Soddisfatta dell’esito?
"Ho preso il massimo, allora era 60. Direi dunque di sì".
Da professoressa invece come é la maturità?
"C’è più preoccupazione, sei in ansia per i tuoi alunni: pensi se li hai formati adeguatamente, se riusciranno in sede di esame a dimostrare, esporre quanto appreso e poi se saranno soddisfatte o meno le loro aspettative. Certo, ho avuto anche qualche sorpresa positiva".
La notte prima degli esami?
"Dormite ragazzi, fare nottata non paga. Bisogna arrivare carichi e riposati, psicologicamente e fisicamente. Del resto gli esami della vita sono altri".
Paola Tomassoni