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“Sai quante ne devono trovare”. Killer delle escort, la pista di nuove vittime si rafforza

Interrogato l’ex compagno di Ana Maria, la prima donna morta. A lui Vasile avrebbe rivelato l’esistenza di altri cadaveri

“Sai quante ne devono trovare”. Killer delle escort, la pista di nuove vittime si rafforza

Prato, 17 giugno 2025 – E’ stato interrogato in procura a Prato il romeno Ionut Cristi Guma, 31 anni, che ha gettato l’olio bollente in faccia a Vasile Frumuzache, la guarda giurata di 32 anni, anche lui romeno, che ha ucciso le due escort: Denisa Paun, 30 anni, ammazzata nel residence Ferrucci dove si prostituiva e portata via chiusa in una valigia, e Ana Maria Andrei, 27 anni. I resti delle due donne sono stati trovati in un campo sulla collina delle Panteraie a Montecatini vicino a un casolare abbandonato.

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Vasile Frumuzache, 32 anni, guardia giurata e assassino di Denisa e Ana Maria

L’uomo, assistito dall’avvocato Catia Giachino Dottore, è stato convocato dal procuratore Luca Tescaroli non solo per riferire in merito al ferimento del connazionale in carcere a Prato, ma anche per ricostruire quelli che sono stati i suoi rapporti con Ana Maria, uccisa da Frumuzache ad agosto 2024. In particolare gli inquirenti volevano sapere se Frumuzache in carcere a Prato (ora a Sollicciano) avesse confidato ai detenuti l’uccisione di altre escort.

Questa è la pista che gli investigatori stanno seguendo nelle ultime ore. Guma ha confermato di aver avuto un diverbio con Frumuzache durante il quale il connazionale, con fare spavaldo, ha detto: “Sai quante ancora ne devono trovare...”. Guma ha ribadito quanto aveva dichiarato subito dopo l’aggressione in carcere, ossia che Frumuzache avrebbe lasciato intendere agli altri detenuti che ci sarebbero altre vittime. “Non ci ho visto più e mentre l’altro detenuto continuava a parlare con lui sono andato nella mia cella e ho scaldato l’olio con uno scaldalatte. Ci ho messo dentro lo zucchero, in modo che si attaccasse alla pelle, e poi gliel’ho tirato sul volto”, ha raccontato Guma.

Se la frase di Frumuzache risultasse vera troverebbero conferma i sospetti della procura di Prato, ma anche di quella di Pistoia che sta indagando sul caso di Ana Maria e sull’esistenza concreta di altre vittime del killer. Nei giorni scorsi, durante i sopralluoghi e le verifiche nel giardino di Frumuzache a Monsummano sono stati trovati una vertebra, un paio di slip e una ciocca di capelli. I reperti sono stati inviati ai carabinieri del Ris per gli esami e per cercare di capire a chi appartengano.

Intanto Guma ha ripercorso il suo legame con Ana Maria. “L’ho conosciuta nel 2022 in un bar a Montecatini quando sono uscito di prigione”, ha detto il romeno, detenuto per reati contro il patrimonio. I due, secondo il suo racconto, avrebbero vissuto per un paio di mesi insieme a casa della donna, scoprendo fra l’altro di essere lontani parenti (i nonni erano cugini). “Ana Maria era una donna bellissima – ha detto Guma – Non ho mai capito che facesse la escort. Nei due mesi che ho vissuto a casa sua a Montecatini mi manteneva. Poi io ho ricominciato a rubare e sono finito di nuovo in carcere. Da quel momento non ho più avuto sue notizie”. Guma chiederà di patteggiare per le lesioni provocate a Frumuzache con l’olio bollente. La sua testimonianza però potrebbe fornire ulteriori sviluppi alle indagini che, negli ultimi giorni, si sono concentrate sull’ipotesi del racket delle prostitute.

Laura Natoli