Prato, 15 giugno 2025 – Un serial killer solitario o un sicario, un ‘boia’ al soldo di una gang che agisce senza pietà per controllare il racket della prostituzione? La posizione di Vasile Frumuzache, la guardia giurata romena che ha confessato l’omicidio di Ana Maria Andrei, 27 anni, e Denisa Maria Paun, 30 anni, oscilla tra queste due terribili scenari. E c’è il sospetto che l’orrore possa essere più vasto: durante i sopralluoghi degli investigatori tra il ‘campo degli orrori’ di Montecatini Terme e la zona intorno all’abitazione del killer a Monsummano sono stati rinvenuti tre oggetti che potrebbero aprire un nuovo capitolo di questa tragica storia: una ciocca di capelli, un paio di slip nascosti sottoterra e una vertebra. Gli slip non apparterebbero nè a Denisa, nè a Ana Maria. Il sospetto che possano appartenere a una terza vittima prende sempre più corpo. E gli inquirenti stanno vagliando i profili delle donne scomparse in Toscana negli ultimi anni.

Questa storia ha ancora tanti punti interrogativi. Ci sono bugie plateali nella confessione del killer. C’è al vaglio una telefonata di ben 40 minuti che Frumuzache ha fatto nell’area del residence Ferrucci, a Prato, la notte dell’omicidio di Denisa. Una telefonata fatta con uno dei telefoni che erano nelle sue disponibilità e poi sequestrato. Con chi ha parlato quella notte? Con un complice? Gli inquirenti, per tutte una serie di ragioni, sono convinti che il romeno non possa aver agito da solo. Che abbia avuto almeno un complice.
E poi, la notte del delitto di Denisa qualcuno accudiva i suoi due bambini piccoli, 4 e 5 anni, che erano da soli nella casa a Bizzarrino di Monsummano? La moglie quel giorno non sarebbe stata a casa. E poi: Frumuzache ha detto di aver decapitato la povera Denisa all’interno del residence Ferrucci, ma non c’è una traccia di sangue nella stanza. Ha detto di averlo fatto con un coltello trovato nel residence. E invece l’autopsia ha raccontato tutta un’altra storia: Denisa è stata decapitata con un fendente netto, presumibilmente con un’accetta. E ancora: la guardia giurata romena ha detto di aver ammazzato la 30enne perché questa lo avrebbe ricattato, chiedendogli 10mila euro altrimenti avrebbe detto tutto alla moglie.
Possibile? Denisa poteva ritenere che un cliente che di professione fa la guardia giurata potesse darle tanto denaro? Difficile da credere. Quando Denisa scomparve fra il 15 e il 16 maggio e non era ancora emerso che fosse stata uccisa, la testimonianza di un’amica e il racconto della madre avevano fatto ipotizzare un sequestro di persona da parte di una gang, verosimilmente impegnata nello sfruttamento della prostituzione. C’è un testimone che dice di aver sentito al telefono Denisa pronunciare una frase inquietante: “Se mi trovano mi uccidono”. Proseguono anche gli accertamenti degli inquirenti sui contatti e sugli spostamenti delle due donne uccise per cercare di ricostruire i loro movimenti, in particolare nella zona di Montecatini e della Valdinievole.
m. c.