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In pensione con ‘quota 100’, ma c’è la beffa del vuoto di tutela: il rischio è di pagare cifre salate

Il caso di un signore di Lucca che si è visto chiedere indietro il trattamento pensionistico di un anno

Un vuoto di tutela rischia di metter ein difficoltà i percettori di pensione con quota 100

Un vuoto di tutela rischia di metter ein difficoltà i percettori di pensione con quota 100

Lucca, 31 maggio 2025 – Quota 100, in arrivo una proposta di legge per colmare “un vuoto di tutela” costato caro a diversi pensionati ‘per scelta’. Tra questi, anche un signore di Lucca, che per aver lavorato due giorni come dipendente di un’agenzia interinale per 148 euro, si era visto chiedere indietro dall’Inps il trattamento pensionistico dell’intero anno, per un importo quasi 56 volte superiore.

Il ricorso – del 2022 - era stato poi parzialmente accolto dal tribunale civile, e l’uomo obbligato a restituire solo il guadagno extra. Ma una manciata di casi simili, negli ultimi anni, sono finiti anche negli uffici del Patronato provinciale della Cgil, non sempre con esiti felici.

Se da un lato infatti la norma che disciplina ‘Quota 100’ (ora pensione anticipata flessibile) parla chiaro per la parte che riguarda il divieto di cumulo tra la pensione a altri redditi occupazionali - ad eccezione solo e soltanto del lavoro autonomo occasionale che non superi i 5mila euro annui -, dall’altro, a mancare, all’articolo 14 del decreto legge 4/2019, sono i riferimenti alle conseguenze in caso di violazione del divieto.

Conseguenze che sono state stabilite a posteriori prima da una circolare dell’Inps, poi da una sentenza della Corte di Cassazione del 2024: chi accumula un reddito da lavoro – anche solo di pochi spiccioli –, deve restituire l’intero trattamento pensionistico dell’anno.

L’intento della proposta di legge – che porta la firma delle deputate di Forza Italia Deborah Begamini e Chiara Tenerini – è quindi quello di fornire un’interpretazione autentica, retroattiva, della norma di Quota 100 che preveda, come nel caso lucchese, la restituzione all’Inps del solo guadagno extra, onde evitare una ‘sproporzione eccessiva’.

“Il nodo critico – spiegano le due deputate di Forza Italia- riguarda l’assenza di indicazioni chiare sulle conseguenze in caso di violazione del divieto. Abbiamo dunque sollevato il problema, con l’obiettivo di tutelare i cittadini che, in buona fede, avendo avuto accesso a ‘quota 100’, hanno scelto di integrare la propria pensione con piccole attività lavorative”.

“Il ministro del lavoro – aggiungono ancora Bergamini e Tenerini – pur riconoscendo la problematica, ha chiarito che al momento non esistono soluzioni normative, in attesa dell’esito di un giudizio di legittimità costituzionale pendente dinanzi alla Consulta. A nostro avviso – è la conclusione delle due deputate ‘azzurre’ – però, le famiglie coinvolte non possono attendere oltre. Per questo, nei prossimi giorni, presenteremo una proposta di legge per modificare la norma”.

Jessica Quilici