MAURIZIO COSTANZO
Cronaca

Una festa dal sapore amaro, addio alla storica Osteria: “Difficile trovare personale”

L’Osteria da mi pa’ di Gragnano chiude i battenti. Domenica 18 maggio la festa d’addio. Tantissimi messaggi di affetto e di stima a Luca Perelli e al figlio Matteo: “È stato un viaggio bellissimo”

Luca Perelli col figlio Matteo

Luca Perelli col figlio Matteo

Capannori (Lucca), 14 maggio 2025 – Una festa ma dal sapore amaro quella che si terrà il 18 maggio all’Osteria da mi pa’ di Gragnano. Era il 2012 quando questo ristorante apparve sulla scena della ristorazione a km zero, creato da Luca Perelli col figlio Matteo. Ma ora è venuto il momento di chiudere per sempre la saracinesca del locale, non prima di aver brindato con tutti coloro che hanno saputo apprezzare i piatti dell’attività molto nota nella zona. E molto rinomata: nel 2017 è diventata presidio Slow Food ottenendo il riconoscimento della Chiocciola: qualcosa che a Lucca possono vantare in pochi, appena in otto. “Abbiamo pensato di fare questa "festa" – scrivono Luca e Matteo su Facebook -per chi volesse venire o passare a salutarci. Dalle ore 12 saremo attivi e vi aspettiamo per passare gli ultimi momenti insieme in allegria e spensieratezza. Siete già stati veramente in tanti a scriverci e chiamarci e questo è stato un grosso attestato di stima”.

In tanti già sentono il vuoto, e sui social hanno mandato messaggi carichi di affetto e di stima a Luca e Matteo. Che appena poche ore prima avevano annunciato la chiusura con questo post: “Con grande tristezza annunciamo che ieri è stato il nostro ultimo servizio. Domenica 18 maggio saremo aperti per un saluto, con un menu a buffet. Decisione presa un po’ d’improvviso per varie problematiche (che non stiamo qui a spiegare), ma che purtroppo ci ha portati a questa strada. È stato un viaggio bellissimo, insieme a tutti voi indistintamente che ci teniamo a ringraziare! Ringraziamo tutti i nostri collaboratori che negli anni si sono susseguiti, i nostri vari fornitori che ci hanno sempre fornito materie prime di qualità, ma soprattutto tutti i clienti che sono passati da noi. Sicuri di aver provato sempre a dare il massimo, ad impegnarci affinché il cliente fosse soddisfatto e ad aver sempre lavorato con passione e amore, cercando di trasmettere quello che si provava spiegando i nostri piatti. Finiamo questo percorso soddisfatti del nostro operato, anche se sappiamo che ci mancherà tutto questo”.

Ma quali sono i motivi della chiusura? “Non c’entrano i profitti, perché l’attività andava bene. E neanche l’affitto. Ci siamo impegnati molto e abbiamo ottenuto molti riconoscimenti. Ma tre anni fa ho avuto un problema alla gamba che non mi permette di stare in piedi per molte ore. E poi c’è il problema dei cuochi, non riesco a trovarne adatti alla nostra cucina. L’ultimo ha detto di dover andare a trovare la mamma nello Sri Lanka ma non è più tornato. La soluzione è alternarmi con mio figlio, che ha anche altri impegni, ma ho più di 73 anni e non me la sento. Né posso aprire in base alla disponibilità dei cuochi. Vale anche per il personale di sala, bisogna essere all’altezza. Questa attività mi ha dato tante soddisfazioni, per questo la chiudo con dispiacere”.