
Operai all’interno del Franchi in una immagine d’archivio
Firenze, 12 luglio 2025 – La manna dal cielo. Anzi no, da Roma. Piovono 55 milioni su Palazzo Vecchio e sono i soldi che potranno essere destinati a portare avanti i lavori allo stadio Artemio Franchi. Non direttamente, però, ma svincolandoli da altri interventi. Perché con un atto che finirà a giorni in Gazzetta Ufficiale, già firmato dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e degli affari Europei Tommaso Foti (la terza firma sarà quella del Mef), al Comune di Firenze vengono assegnati 55 milioni destinati ai “Pui”, piani urbani integrati. Soldi che rientrano nella più ampia proposta denominata “Firenze - Città dei Giovani“ e sono destinati a precisi interventi, sviluppati su quattro linee: ’scuole e spazi per l’accoglienza studentesca sicuri e rigenerati’, ’inclusione, sport e giovani’, ’mobilità sostenibile e sicura’, ’spazi verdi riqualificati’.
La condizione dettata dai ministeri per ottenere i finanziamenti è che la stipula dei contratti di lavoro avvenga entro la fine di quest’anno e che essi si concludano entro il 31 dicembre del 2027. In questo modo, alla Città metropolitana di Firenze rientrano anche quei 55 milioni che, nel 2023, erano stati definanziati perché il progetto - in quel caso legato direttamente al restyling dello stadio inserito nel più ampio contesto della riqualifcazione del quartiere di Campo di Marte - era stato ritenuto disallineato dalla Commissione Europea rispetto agli obiettivi del bando. Un rimbalzo sancito anche da Tar e Consiglio di Stato, a cui l’amministrazione Nardella prima, e Funaro poi, aveva fatto ricorso nel tentativo di recuperare quella linea di finanziamento pubblico. Tra mille polemiche politiche, compresa quella dell’occasione “persa“. Che persa quindi non è andata, anche se l’iniezione di milioni dovrà fare un giro nei bilanci prima di finire a coprire quelle parti di stadio ancora scoperte.
I 55 milioni di fresca assegnazione andranno a coprire infatti la demolizione e la ricostruzione dell’istituto comprensivo Don Milani (5,1 milioni) di Rovezzano, a migliorare la tenuta sismica della primaria Vittorino Da Feltre di via Chiantigiana (620mila euro), della Torrigiani-Ferrucci di via della Chiesa (836mila) e del comprensivo Baracca (1,2 milioni). Due milioni vanno alla rigenerazione del complesso di San Salvi, 11 milioni e mezzo alla scuola Ghiberti di Legnaia, demolita l’anno scorso. Altri milioni, fino a raggiungere i 55, per riqualificazione delle aree verdi, adeguamento di impianti sportivi, piste ciclabili.
Ma con questi “nuovi” milioni che vireranno ora indirettamente sul Franchi, a che punto è lo stadio? Dal punto di vista finanziario, Palazzo Vecchio ha in mano i 95 milioni del Piano Nazionale Complementare predisposto dal ministero della Cultura per l’opera architettonica firmata Nervi e dunque bene da tutelare, nonostante in tanti - Fiorentina compresa - ne avessero invocato l’abbattimento per una nuova ricostruzione. Al momento i lavori - che per la loro “accelerazione“ imporranno alla Fiorentina di giocare i primi impegni della prossima stagione lontano da casa - sono stati interamente coperti da finanziamenti pubblici.
Ci sono stati comunque contatti con il club di Commisso, e resta in piedi l’ipotesi che con una formula da mettere a punto, il patron viola possa “entrare“ nella partita del restyling, magari anticipando le cifre di una lunga concessione. La Fiorentina si prepara a un’altra stagione - quella che porta al centenario - con uno stadio a mezzo servizio, di qualche posto più ampio rispetto a quello dello scorso anno, ma sempre incompleto. Condizione che non ha frenato l’entusiasmo, a giudicare dalle code viste in questi giorni per assicurarsi l’abbonamento.