
Tra un anno e mezzo l’Europa chiuderà i rubinetti: in ballo 1.540 progetti per Firenze. Dallo stadio alle ciclabili: in una delibera la fotografia delle opere, 14 sono più indietro .
Si scrive Pnrr ma si legge occasione imperdibile per lo sviluppo e il futuro della città. Una pioggia da oltre 2 miliardi di euro che cade su Firenze, una giungla dorata nella quale – tra risorse sminuzzate in varie tranche e paletti stringenti da rispettare – non è facile districarsi. Fondi in grado di ridisegnare la città ma anche uno strumento molto duttile, tra l’altro in fase di revisione da parte del governo. Intanto il tempo stringe: manca un anno e mezzo al traguardo finale e la corsa a perdifiato per concretizzare i progetti entra nella sua fase cruciale. La scadenza, fissata per il 31 dicembre 2026, non è imminente ma si scorge già all’orizzonte.
Secondo il portale Openpolis, che ha lanciato il primo e unico progetto di monitoraggio indipendente italiano sul Pnrr, Firenze ha in ballo 2,1 miliardi di risorse per un totale di 1.540 progetti che vedono come soggetti attuatori vari enti. I principali? Il Comune di Firenze, la Regione Toscana, la Metrocittà, l’Università di Firenze, il ministero della Salute, quello dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Alia e altri ancora. Premessa: i dati raccolti da Openpolis sono aggiornati al 31 marzo 2025 e prendono in esame le fatture già inserite nella piattaforma Regis, non tengono dunque conto delle anticipazioni di cassa. Spicca comunque la voce relativa ai pagamenti che per Firenze è ’bloccata’ al 17%, ovvero meno di un quinto del totale. Un indicatore lampante sul fatto che è arrivato il momento di accelerare.
Lo sa bene anche il Comune di Firenze che dei 53 progetti di cui è soggetto attuatore, alla fine dello scorso anno ne aveva completati 17. La fotografia emerge dalla delibera di giunta approvata lo scorso 18 aprile che ha come oggetto lo stato dell’arte dei progetti Pnrr e Pnc (Piano nazionale complementare) a Firenze ’congelata’ al 31 dicembre 2024. Tra le opere già concluse figurano la piattaforma digitale nazionale dati, l’adozione del PagoPa, l’estensione dell’utilizzo delle piattaforme nazionali di identità digitale (Spid-Cie), la piattaforma notifiche digitali, due progetti legati alla cybersecurity e altrettanti relativi alla rimozione delle barriere fisiche e cognitive al museo del 900 e al museo di Palazzo Vecchio. Altri progetti già chiusi riguardano l’ecoefficienza e la riduzione dei consumi energetici al Teatro della Pergola e le tre fasi di intervento per le ciclovie urbane. E ancora: l’estensione della ciclabile, le linee arancione e gialla della bicipolitana e gli interventi per gli asili nido Pandiramerino e Arcovata.
È praticamente fatta anche per la Vacs: la relazione parla di 67 milioni di risorse e di una percentuale di realizzazione pari al 95,5%. Ammontano a 457 milioni (di cui 150 Pnrr) i contribuiti per la linea Libertà-Bagno a Ripoli: in questo caso la percentuale di realizzazione indicativa è fissata al 4,1% (con termine di conclusione entro fine 2026). Si indicavano in dirittura d’arrivo gli interventi per l’asilo nido Pollicino (88%) e il rinnovo di flotte bus e treni verdi (13 milioni di fondi e una percentuale di realizzazione pari al 70%).
Nel documento approvato dalla giunta viene citata anche la riqualificazione del Franchi: sebbene non rientri più tra le risorse Pnrr (adesso sono fondi perlopiù Pnc), la percentuale di realizzazione indicativa al 31 dicembre 2024 risulta inchiodata al 4,2%. Sono ’indietro’ anche 14 opere tra cui spicca la scuola Calvino, importo totale 9,7 milioni e una scadenza fissata al 30 giugno 2026 con percentuale di realizzazione pari al 6%. Bisognerà quasi volare per la scuola Ghiberti: l’opera realizzata al 10% vale 23 milioni totali ma la scadenza fissata al 31 marzo 2026 è dietro l’angolo. A sollevare dubbi in consiglio comunale era stato Francesco Casini, capogruppo Iv, che aveva incalzato la giunta sulle criticità che stanno rallentando l’iter e su quali misure intendono adottare. Intanto la missione resta solo una: finire tutto prima che Bruxelles chiuda i rubinetti.