MONICA PIERACCINI
Economia

Concessioni balneari, la Corte costituzionale boccia la legge toscana

Il governatore Giani e l’assessore Marras: “Confusione su confusione”. La Sib Fipe Confcommercio: “Serve una norma nazionale”

La Consulta ha bocciato la legge regionale sulle concessioni balneari

La Consulta ha bocciato la legge regionale sulle concessioni balneari

Firenze, 2 luglio 2025 – La Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionali alcuni articoli della legge toscana sulle concessioni balneari. La sentenza 89 del 2025, pubblicata in queste ore, stabilisce che la Regione Toscana, con la legge 30 del 2024, ha invaso una competenza esclusiva dello Stato, quella sulla tutela della concorrenza. Una bocciatura che riaccende il dibattito su un settore da anni in attesa di una riforma nazionale.

Il provvedimento regionale prevedeva, tra le altre cose, indennizzi per i concessionari uscenti, criteri premiali per micro e piccole imprese e demandava alla Giunta regionale la definizione di linee guida attuative. Tutto annullato. Per la Consulta, infatti, è lo Stato — e non le Regioni — a dover legiferare in materia, in coerenza con il diritto dell’Unione europea.

«La Corte Costituzionale – commenta Stefania Frandi, responsabile giuridico nazionale di Sib Fipe Confcommercio – non poteva fare altrimenti: le Regioni non possono colmare il vuoto lasciato dallo Stato, neppure con misure provvisorie. Ma intanto il settore balneare resta nel caos. Urgente una regolamentazione nazionale». «Questa pronuncia non è una novità: segue la linea della giurisprudenza costituzionale. Ma il vero problema resta: la legge regionale 31/2016 non è più applicabile e quella nazionale è incompleta. Senza il decreto interministeriale sugli indennizzi, il vuoto normativo rimane», ha aggiunto Frandi, sottolineando le difficoltà operative per le amministrazioni locali e rinnovando l’appello a una riforma organica. «Serve una normativa unitaria che garantisca certezza del diritto e tuteli gli operatori. È necessario anche riformare il Codice della navigazione, che ha più di 80 anni».

«La sentenza della Corte costituzionale non aggiunge né toglie nulla alla nostra legge. Avevamo chiarito che avremmo preso atto della normativa nazionale, una volta approvata. Ma quella norma ha aggiunto confusione alla confusione e il decreto attuativo proposto dal ministro Salvini lo conferma», affermano in una nota congiunta il presidente della Regione Eugenio Giani e l’assessore al Turismo Leonardo Marras.

«Avevano a disposizione una legge ben fatta e hanno stravolto anche il compito più semplice: copiarla. Rispettiamo la decisione della Consulta, ma è evidente che questa materia è stata usata solo a fini elettorali. Nessuno ha davvero affrontato i nodi di un settore fondamentale per il turismo italiano. Lo stallo continuerà a generare effetti negativi anche nei prossimi anni», concludono Giani e Marras.