
Il "diavolo di mare", dall’apertura alare di circa due metri, disorientata è finita contro le dighe. Primi soccorsi fai da te e l’arrivo della guardia costiera.
di Mario FerrariMARINA DI PISAIn un’ora scarsa, in una mattina d’inizio estate, decine di bagnanti che volevano rilassarsi in pace sui sassi di Marina di Pisa si sono ritrovi a spingere un’enorme manta spiaggiata con le mani, sotto il sole. Una storia curiosa quella avvenuta ieri sulla costa vicino a piazza delle Baleari, dove poco prima di mezzogiorno è apparsa una meravigliosa manta, dall’apertura alare di circa due metri. Chiamata anche Diavolo di mare dai manuali - o scientificamente Mobula Mobular -, si tratta di una specie in via d’estinzione ma che risulta tutt’altro che diabolica. Anzi. Un’apparizione curiosa, perfetta per una foto da condividere o una storia incredibile da raccontare.
Eppure, a uno sguardo più attento, i bagnanti hanno capito che l’animale era disorientato e ferito e senza un intervento tempestivo sarebbe quasi certamente morto. Chi pensava di passare una mattinata di relax si è subito rimboccato le maniche e in pochi minuti decine di persone si sono riunite attorno alla manta: c’era chi le versava acqua addosso per non disidratarla e chi tentava di spingerla nuovamente a largo. Purtroppo, nonostante gli sforzi animali e umani, la presenza della diga soffolta a difesa di Marina impediva al pesce di arrivare al mare aperto. Lo sforzo comune ha coinvolto anche i bagnini degli stabilimenti balneari e, finalmente, anche la Guardia Costiera che, non senza fatica, ha "scortato" la manta con un pedalò oltre gli scogli, facendole così riguadagnare la libertà.
La manta non è l’unico animale esotico avvistato sulle coste pisane dall’inizio della bella stagione. Neanche due settimane fa, infatti, una coppia di pescatori amatoriali durante una battuta di tonno a quindici miglia dalla spiaggia di Marina di Pisa ha preso all’amo uno squalo mako di oltre un metro e venti. L’animale è poi riuscito a divincolarsi e tornare libero nelle acque profonde, ma ha lasciato uno spaventoso ricordo nei due pescatori. La manta, invece, resterà nella memoria come una storia diversa: un animale in pericolo, una comunità che si mobilita, un finale da raccontare. Un classico racconto da estate marinese.