
Ilaria Bugetti in attesa di essere interrogata dal giudice in tribunale a Firenze
Prato, 27 giugno 2025 – Arresti domiciliari per l’imprenditore Riccardo Matteini Bresci (la seconda volta in un anno) e richiesta di misura cautelare rigettata per l’ex sindaca di Prato Ilaria Bugetti. Confermati, invece, i «gravi indizi di colpevolezza» per entrambi gli indagati accusati dalla Direzione distrettuale antimafia di Firenze di corruzione.
Il gip Alessandro Moneti si è espresso in 48 ore dagli interrogatori preventivi (che si sono tenuti lunedì mattina) sulla richiesta di misura cautelare avanzata dalla Dda: carcere per Matteini Bresci e domiciliari per Bugetti. La misura cautelare nei confronti di Matteini Bresci, difeso dall’avvocato Pier Matteo Lucibello, è stata eseguita ieri mattina dai carabinieri di Prato e dai colleghi del Ros di Firenze.
Il gip ha ritenuto che non fossero necessari i domiciliari per l’ex sindaca, assistita da Pier Nicola Badiani e Salvatore Tesoriero, in quanto le dimissioni rassegnate venerdì scorso scongiurerebbero la possibilità di reiterazione del reato. Pericolo che i pm avevano ravvisato nella richiesta di misura cautelare.
Secondo il giudice Moneti le dimissioni – sebbene diventeranno irrevocabili solo dopo i 20 giorni previsti dalla normativa sugli enti locali (art. 53, comma 3, del Testo unico degli Enti Locali) – sono ritenute «serie e concrete», tali «da escludere il rischio di reiterazione del reato».
Il gip ha inoltre sottolineato come il pericolo di reiterazione del reato sarebbe stato reale «solo se l’indagata avesse mantenuto la sua carica pubblica, dato il comportamento giudicato penalmente rilevante adottato negli anni».
Diversa invece la motivazione di misura cautelare inflitta a Matteini Bresci per il quale il giudice ha «ravvisato un concreto pericolo di reiterazione del reato», evidenziando una condotta definita come una «tendenza a utilizzare persone in cariche pubbliche per piegarne la funzione ai propri interessi personali».
Nell’ordinanza infine il giudice ha riconosciuto «tutti gli episodi contestati dalla Procura» affermando che il sindaco di Prato «si è uniformata alle richieste dell’imprenditore in ragione del rapporto di amicizia e gratitudine che aveva verso Matteini a causa dei benefici ricevuti nel corso degli anni».
Un rapporto che la procura aveva definito «patologico», nato quando Bugetti è stata sindaco per due legislatura di Cantagallo dove hanno sede gli stabilimenti del Gruppo Colle di cui Matteini Bresci è stato amministratore delegato per molti anni. La decisione del gip è arrivata dopo gli interrogatori di garanzia durante i quali i due indagati hanno tenuto un comportamento diametralmente opposto.
Matteini, sentito per primo, ha risposto alle domande anche perché la sua posizione era molto delicata e il rischio era quello di finire in carcere.
Bugetti, nonostante avesse dichiarato di voler «ribattere punto su punto», si è invece avvalsa della facoltà di non rispondere rilasciando solo dichiarazioni spontanee e depositando una memoria difensiva.
Le indagini non sono chiuse e i pm (Gestri, Boscagli, Nastasi) stanno continuando a sentire testimoni e persone informate sui fatti. Nel registro degli indagati è stato iscritto anche Alessio Bitozzi, consigliere del Progetto Acqua, sospettato di aver fatto da intermediario fra Bugetti e Matteini quando quest’ultimo era ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta per corruzione con il carabiniere Sergio Turini.
E’ stato indagato anche l’ex vicesindaco Simone Faggi per false comunicazioni ai pm dopo essere stato sentito come persona informata sui fatti. Secondo quanto emerge dalle carte in mano alla procura, il rapporto corruttivo fra l’ex sindaca e Matteini sarebbe cominciato quando Bugetti era consigliera regionale. L’imprenditore non esitava al telefono con Turini a definire Bugetti «un suo attrezzo, una sua creatura».
Per la procura, Bugetti si sarebbe «messa a disposizione» dell’amico imprenditore adoperandosi per favorire i suoi interessi privati in virtù del ruolo istituzionale ricoperto. In cambio avrebbe ottenuto il sostegno elettorale (sia in termini di voti che di finanziamenti) e un lavoro part time in una società collegata a Matteini per la quale Bugetti non ha mai lavorato percependo, fra il 2020 e il 2024, un redditto di 47.000 euro. Laura Natoli