
Alcuni momenti di recenti feste dell’Unità
Firenze, 26 giugno 2025 – “E la unn’è più la festa dell’Unità, mamma”. E invece no, nel 1991, in fondo lo era ancora. Ma le parole roche di Novello Novelli – con quello sguardo monolitico appoggiato su due occhiaie rosse e melanconiche custodi di sberleffo e saggezza – borbottate dalla sua casa sulla Sieve avevano un che di profetico.
Come lo era un po’ quel film, Zitti e Mosca, capolavoro di sorniona campagna urbana di Alessandro Benvenuti all’indomani della svolta della Bolognina. I tempi presero a correre più veloci anni dopo. Ma lì forse già qualcosa iniziava a scricchiolare nella macchina meravigliosa delle grandi Feste dell’Unità di paese fatte di rosticciane, dibattiti, sorsi di vino e ruote di Cecco.
Oggi l’inciampo della storica festa di Fiesole, che salta dopo 52 anni, ci racconta di un mondo sfilacciato che deve fare i conti con la crisi del volontariato e di una buona dose di disimpegno. “Non si trovano più i ragazzi, inutile girarci intorno” raccontano i vertici del Pd. “Magari – azzarda qualcuno – nelle campagne si ’regge’ un po di più...”.

Eppure il partito c’è ancora ed è pure ringalluzzito dalle ultime elezioni. E con il partito c’è una macchina che ha bisogno di benzina nuova. Ci aiuta a capire Francesco Martini, responsabile organizzazione segreteria metropolitana dem da inizio anno, che con impegno aiuta le varie feste del territorio a coordinarsi. Martini vede al contrario segnali di risveglio. “Nel periodo del Covid e post-Covid c’erano state dei problemi. ora noto una ripresa”. Come si organizza la regia del territorio?
“Sulle feste comunali non mettiamo quasi bocca, magari nel territorio provinciale lavoriamo per evitare sovrapposizioni temporali tra gli eventi”. Poi ’calendarizza l’estate. “Le cinque feste provinciali sono espressioni ognuna dei rispettivi territorio. – argomenta – Ad esempio la festa della Piana è al Circolo Rinascita di Sesto, luogo fortemente simbolico. Quella del Chianti a Mondeggi per celebrarne il trentennale. Poi c’è la festa di Valdarno e Valdisieve a Rignano, quella del Mugello a Dicomano... C’è voglia di comunità, le persone credono nel partito”. Difficoltà? Martini non le nega. “Oggi molte regole burocratiche, che magari trent’anni fa non esistevano complicano un po’ le cose. Crisi del volontariato? Quella è generale, ma dietro ci sono ragioni culturali. E comunque la gente si sta riavvicinando e gli esempi positivi nel territorio non mancano”.