FRANCESCO BOCCHINI
Cronaca

Ac Prato, il tempo stringe. Spettro Terza categoria

Un flebile filo lega ancora il gruppo di imprenditori al presidente Commini. Il ruolo delle forze politiche (per ora solo Forza Italia ha parlato) e dei tifosi.

La protesta di martedì scorso

La protesta di martedì scorso

Più passano i giorni, più crescono l’incertezza e la preoccupazione per il futuro dell’Ac Prato. Lo spettro della ripartenza dalla Terza Categoria rischia di materializzarsi se il presidente Stefano Commini non iscriverà la squadra al prossimo campionato di Serie D. Le scadenze ormai sono note: entro fine mese vanno saldate tutte le pendenze con i tesserati per quanto concerne la stagione 2024/25, versando una somma di 200 mila euro. Dopodiché, entro il 10 luglio (o al massimo entro il 15, ma andando incontro a una penalizzazione di due punti da scontare nella prossima annata) andrà formalizzata l’iscrizione. Un passaggio quest’ultimo che sembrava scontato fino a poco tempo fa e che invece nell’ultima settimana è diventata solo un’ipotesi, dopo le dichiarazioni di Commini. A meno che non cambi qualcosa, il presidente biancazzurro si è detto intenzionato a non compiere il passo decisivo per iscrivere il Prato alla Serie D. Ma che cosa potrebbe cambiare da qui ai giorni delle scadenze? Una svolta per la cessione della società laniera. Come già sottolineato, non è da escludere un riavvicinamento fra Commini e la cordata dei "volenterosi", che dal canto loro avevano ormai escluso una fumata bianca, tirandosi fuori dall’affare, alla luce soprattutto dei tempi ristretti. Proprio il tempo non è alleato del Prato. Con il trascorrere dei giorni, la pressione sale. E allora, se esistono davvero possibilità che i contatti fra le parti vengano riallacciati, non si può più tergiversare, perché il countdown sta volgendo velocemente verso lo zero. Lo sa anche il mondo della politica, che ha già il suo bel da fare per il terremoto che ha portato alle dimissioni della sindaca Ilaria Bugetti, ma che non può e non vuole dimenticarsi della situazione legata al sodalizio calcistico cittadino (per ora ha parlato solo Forza Italia però). Da più sponde sottolineano l’urgenza di fare fronte comune, trovando soluzioni tempestive per evitare il tracollo di un bene di grande valore come l’Ac Prato. Ma dalle parole adesso bisognerà passare alle azioni concrete. Coinvolti in questo scenario anche i tifosi, dopo la manifestazione di protesta contro Commini e dopo aver espresso la loro volontà di seguire la squadra in qualsiasi categoria. Scenderanno in campo? L’idea potrebbe essere quella dell’azionariato popolare. Un modello già utilizzato in altre piazze e che potrebbe essere molto utile e di supporto a Prato.

Francesco Bocchini