
La sindaca Ilaria Bugetti lunedì scorso al Palagiustizia di Firenze prima dell’interrogatorio con il gip
La bomba giudiziaria è scoppiata in piena estate, ma l’onda d’urto si sta abbattendo con forza sulla politica toscana. L’ex sindaca di Prato, Ilaria Bugetti, si è dimessa e per effetto di ciò non è stata applicata nessuna misura cautelare, ma i "gravi indizi di colpevolezza" messi nero su bianco dal gip di Firenze pesano come macigni sulla sua figura e danno il là alle inevitabili reazioni dei partiti di opposizione. È l’onorevole di Forza Italia, Erica Mazzetti, a parlare apertamente di "un sistema opaco, perfino corruttivo, che mina il rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni". Una presa di posizione netta, quella della deputata azzurra, che non risparmia critiche al Pd, individuato come responsabile politico di quanto accaduto: "C’è un problema politico che non si può più evitare e che coinvolge il partito egemone in città e in Toscana. La gestione amministrativa è stata compromessa proprio nel momento in cui Prato aveva bisogno di stabilità e visione". Mazzetti rilancia l’idea di una cabina di regia per "salvare Prato" e uscire dall’impasse: "Serve discontinuità, serve concretezza. Ma soprattutto, serve trasparenza".
Anche la Lega alza i toni. Elisa Montemagni, commissario provinciale del Carroccio, e Claudiu Stanasel, capogruppo in consiglio comunale, si affidano alla magistratura ma puntano il dito sul danno d’immagine subito dalla città: "Il comunicato della Procura è molto chiaro. Se le accuse verranno confermate, qualcuno dovrà chiedere scusa ai pratesi".
Sotto accusa è un presunto scambio sistematico di favori tra l’allora sindaca e l’imprenditore Riccardo Matteini Bresci, che invece è finito agli arresti domiciliari. La procura antimafia parla di un rapporto di reciproco vantaggio, in cui le funzioni pubbliche venivano piegate a interessi privati. E se il gip Alessandro Moneti ha riconosciuto la gravità degli indizi, la rinuncia alla carica da parte della Bugetti è bastata a risparmiarle misure cautelari. Ma le domande restano, e sono tante. "Resto garantista fino alla fine con tutti, ma rilevo che sono stati riscontrati ‘gravi indizi di colpevolezza’ e che l’ormai ex sindaco di Prato, Ilaria Bugetti, forse ha evitato i domiciliari solo perché si è dimessa - aggiunge Mazzetti -. Lasciamo lavorare la magistratura, i processi si fanno nell’aule del tribunale, fermo restando che sta emergendo un quadro estremamente preoccupante: c’è un sistema opaco e, sembra, perfino corruttivo che lede l’interesse delle persone e mina il rapporto di fiducia tra collettività e istituzioni, creando incertezze e problemi che destano preoccupazioni gravi a tutti coloro che hanno senso di responsabilità".
Il centrodestra ha l’occasione di avanzare compatto. "Dobbiamo remare tutti dalla stessa parte", ha detto Mazzetti. A ruota gli esponenti leghisti: "Come Lega in primis siamo, dunque, pronti a lavorare senza sosta affinché la problematica giudiziaria crei il minor danno possibile, anche d’immagine, alla città - sottolineano - ci auguriamo, altresì che il Pd la smetta di addossare colpe al centrodestra e che, viceversa, si faccia un attento esame di coscienza, riflettendo prima di parlare".