
Ieri sera riunione a Vergaio con la relazione del segretario Marco Biagioni. L’elettorato smarrito, la sindaca assente, il percorso da seguire subito . .
Parola d’ordine, valida per tutti: responsabilità. Ieri sera a Vergaio la direzione del Pd pratese, la prima convocazione di un organismo allargato post bufera sulla sindaca per l’inchiesta giudiziaria. Una giornata intensa da via Carraia alle chat dei vari gruppi. Poi l’arrivo alla spicciolata. Pochi sorrisi. All’ordine del giorno la relazione del segretario Marco Biagioni (nella foto). Tema unico per guardarsi negli occhi, discutere anche con toni vivaci, ma per poi trovare non tanto una sintesi, come si dice, quando una strada da percorrere insieme. Perché alternative non ce ne sono se non si vuol andare ad un suicidio collettivo di fronte ad un’elezione suppletiva che sarà la battaglia di tutte le battaglie.
E allora adesso non servono divisioni e distinguo "ma ora servono tutti" si dice in giornata dalla sede Pd del centro storico. La mattinata è filata via tranquilla: ciò, in questi giorni in casa dem, vuol dire che non sono arrivati documenti da mettere all’ordine del giorno e da votare e non sono arrivate mozioni o richieste ad hoc sulla ’testa’ del segretario pratese. Il verice smentisce "rese dei conti" e "nervi tesi" ma certamente non siamo di fronte ad un invito a una cresima. "Semmai partecipiamo ad un lutto collettivo..." si lascia scappare un dirigente "ma nell’amarezza e nel dolore ci dobbiamo ritrovare tutti e dico tutti uniti perché adesso sono tutti utili". E il riferimento è alle tre componenenti, alle tre anime del Pd locale: il vertice legato a doppio filo a Elly Schlein, i riformisti di Biffoni, il gruppo di Ilaria Bugetti. Già la sindaca: non si parla che di lei in questi giorni. Le dimissioni con la chiusura del mandato per molti elettori dem sono uno choc vero e proprio. Lei ha deciso di non partecipare alla riunione della direzione a Vergaio. E’ rimasta a casa. Aspetta cosa dirà il giudice dopo che gli ha consegnato una memoria corposa che ribatte punto punto alle accuse, anche se ha preferito non rispondere alle domande.
Tanti gli aspetti toccati dalla relazione di Biagioni ieri sera con un forte richiamo appunto al senso di responsabilità. "Ha fatto bene - ha detto un esponente della direzione - perché qui siamo tutti dirigenti e tutti dobbiamo caricarci sulle spalle questa situazione. Poi ci sarà il tempo per puntare il dito e per analizzare questa vicenda che mette in risalto non solo il rapporto tra politica e potere ma anche la fiducia del nostro popolo verso gli eletti".
Biagioni ha letto la relazione lunga e dettagliata. Come aveva annunciato ben prima dell’inaspettata bufera sulla sindaca porterà il partito alle Regionali. Poi si tirerà una riga e si guarderà il da farsi. Se riconferma o se si farà da parte. "Non ci sono scorciatoie, questo percorso è così definito" fanno sapere da via Carraia. Ci sono le elezioni regionali dietro l’angolo, prima arriverà il commissario, poi la tornata elettorale comunale. Una stagione che vedrà un centrodestra agguerrito, una campagna elettorale senza esclusione di colpi. "Bisogna andare nel nostro mondo a parlare, ad ascoltare, a confrontarci e a spiegare" dice Matteo Biffoni prima della riunione di ieri sera. "Il percorso è quello, non ci sono alternative".
Il segretario Biagioni ha giocato d’attacco, ma non sono mancate le critiche dalla direzione sul mancato coinvolgimento in questi giorni di ‘terremoto’ politico degli organi di partito.
"Io per primo, si assuma la piena responsabilità del percorso che ci ha condotti fin qua e del momento politico estremamente serio che stiamo attraversando. In questi giorni tanto si è detto sul nostro partito – ha detto – Anche in maniera fraudolenta e ingenerosa. Noi non ci sottraiamo mai a una presa di coscienza e a metterci in discussione, ma non posso accettare gli attacchi e il racconto che è stato fatto del nostro partito. Vogliamo riaffermare il valore fondante, per la nostra comunità democratica, della legalità, della trasparenza e della correttezza, tanto nell’agire quotidiano quanto nella dignità delle Istituzioni democratiche. Voglio però essere chiaro: il Partito Democratico e i suoi dirigenti non scappano dai processi, ma si difendono nei processi. Qui sta la differenza tra noi e le forze di destra che oggi sono al governo del Paese”.
Secondo il segretario dem pratese “Siamo di fronte a un vero attacco della destra che in maniera scientifica gioca sulle contraddizioni di un territorio complesso, usando formule semplificate che arrivano alla pancia, senza alcuna volontà di risolvere i problemi, ma di alimentare la rabbia per un facile consenso. Questo è il sistema destra: arrivare ad affondare una città pur di ottenere il potere. Siamo di fronte al potere per il potere, a qualsiasi costo. Nessuna idea, nessuna soluzione, solo fango; non verso il Pd, ma verso un’intera città. Il sistema del fango”. Biagioni ha ribadito che dal centrodestra al governo solo bluff: “Cosa ci stanno dicendo dalla destra? Che finora non hanno dato risposte perché al governo della città c’era il centrosinistra? Le risposte possono essere solo due: o sono dei millantatori - e nelle prossime settimane non vedremo un accidente - oppure in questi mesi hanno minato il principio di leale collaborazione tra le istituzioni, negando a Prato quello che Prato doveva avere. In entrambi i casi siamo di fronte a un fatto inquietante che non è teso a colpire solo il nostro partito, ma a rimettere in discussione tutte le rappresentanze storiche di questa città, comprese le associazioni di categoria, i sindacati, e le realtà che animano il nostro territorio. C’è un disegno chiaro che vuole mettere in discussione l’intera struttura che tiene salda la nostra città: quello della collaborazione e della cooperazione tra mondi civici, rappresentanze e istituzioni per il bene comune. Quella struttura che ha reso Prato e la Toscana un territorio ricco e accogliente, aperto alle sfide della contemporaneità”. Il giovane numero uno del Pd locale ha anche sottolineato che “mi assumo la piena responsabilità di questo momento politico. Ma nessun passo indietro, nessuna ammissione di colpevolezza rispetto ad un Partito che agisce nella trasparenza, affermando con forza il valore, l’impegno e il lavoro quotidiano per contrastare ogni forma di abuso, d’ingiustizia e opacità. Un Partito che ha scelto da che parte stare fin dalle proprie radici: dalla parte della legalità, del lavoro dignitoso, dell’etica pubblica. Che sostiene chi ogni giorno combatte le mafie, lo sfruttamento, le disuguaglianze, le discriminazioni. Questa è la nostra identità”. Il Pd chiede “un commissario prefettizio di grande esperienza” e “chiediamo al governo di capire che Prato è una città operosa, un distretto di attività economiche che devono essere supportate quotidianamente da un'azione amministrativa coordinata e che dopo le alluvioni (e i mancati ristori) non può fermarsi. Detto questo, il Partito Democratico, sin da ora, si mette a completa disposizione del futuro Commissario e delle sue strutture”. Sul campo largo pieno rilancio: “Prato - ha detto Biagioni - è la prima grande città in cui uno schieramento progressista, composto da Pd, Movimento 5 Stelle, Sinistra e liste civiche moderate, ha lavorato a un programma comune, vincendo poi le elezioni. Quello che viene chiamato campo largo e che i numeri dicono essere l’unica strada possibile per battere Giorgia Meloni e le destre. E questa risposta la daremo insieme ai nostri alleati che già nei prossimi giorni, come PD, incontreremo per fare tutte le interlocuzioni e le valutazioni del caso. L'unità delle forze progressiste - e, fatemelo dire, l’unità del Partito Democratico - sono necessarie per affrontare questa difficile fase”. Per Biagioni il Pd è pronto al voto, sempre: “Chi ci vorrebbe in un angolo non ha capito che siamo pronti ad andare al voto anche domani, forti delle nostre idee e dei nostri valori. Il punto è la città non il Partito Democratico. Ripartiremo da quel metodo programmatico lungimirante e dal basso che ha ingaggiato cittadini e rappresentanze, dal progetto politico che ci ha visti costruire un’alleanza con la città, che lo scorso anno ci ha visti vincere col 52% dei voti, rendendoci un modello a cui guardare per il livello regionale e nazionale. Lo faremo col nostro spirito di umiltà, mettendoci in discussione se necessario, per allargare e migliorare la nostra proposta politica. Lo faremo a tutti i livelli, dentro e fuori dal nostro partito, con l’orgoglio di una comunità politica che c’è e ci sarà sempre per il proprio territorio e per il paese”.
Per il Pd “inizia una nuova era, per il campo progressista e per la città. Un’era dove deve essere dato ancora più spazio a una generazione politica nuova. E non parlo di una generazione anagrafica, ma di persone e sensibilità che qui possono trovare cittadinanza. È il tempo di non chiuderci nei nostri steccati, ma di aprirci ancora di più”.
Dibattito acceso e critiche che non potevano non mancare. Puntata l’attenzione sulla mancata collegialità delle decisioni in merito al percorso dell’amministrazione comunale che ha portato prima, in consiglio comunale, a tirare dritto, poi, il giorno dopo, alle dimissioni della sindaca. “Hanno deciso in tre parlando con la sindaca… dov’è il partito? L’unità e la condivisione?”. Domani nuovo appuntamento: assemblea. E non mancheranno altre critiche.
Luigi Caroppo