REDAZIONE PRATO

Salvata dalle dimissioni. Bugetti resta in libertà

Nessuna misura cautelare per l’ex sindaca: "Non c’è più rischio di reiterazione". L’imprenditore Matteini Bresci va invece ai domiciliari. "Rapporto patologico".

La sindaca dimissionaria Ilaria Bugetti

La sindaca dimissionaria Ilaria Bugetti

Domiciliari per lui, nessuna misura per lei. Ma i "gravi indizi di colpevolezza" sono confermati per entrambi gli indagati. E’ la decisione che il gip di Firenze, Alessandro Moneti, ha preso in merito alla richiesta di misura cautelare avanzata dalla Dda di Firenze per l’ex sindaca di Prato Ilaria Bugetti e l’amico imprenditore Riccardo Matteini Bresci, entrambi accusati di corruzione. La decisione del gip è arrivata a 48 ore di distanza dagli interrogatori di garanzia che si sono tenuti lunedì mattina e durante i quali gli indagati hanno scelto strategie difensive opposte.

Matteini Bresci ha risposto alla domande del giudice sostenendo di "sentirsi cambiato dopo la precedente vicenda giudiziaria" che gli sarebbe servita a cambiare il suo comportamento. Bugetti invece si è avvalsa della facoltà di non rispondere rilasciando dichiarazioni spontanee e depositando una memoria difensiva. La misura cautelare a Matteini Bresci è stata recapitata ieri mattina dai carabinieri del Ros e di Prato. Nell’ordinanza il giudice ha riconosciuto tutti gli episodi contestati dalla procura e ha sottolineato come "il sindaco di Prato si è uniformata alle richieste dell’imprenditore" in ragione del "rapporto di amicizia e gratitudine che aveva verso di lui a causa dei benefici ricevuti nel corso degli anni".

Un rapporto "patologico", come definito dai pm nella richiesta di misura cautelare, dovuto alla lunga amicizia fra i due nata quando Bugetti è stata sindaco di Cantagallo, piccolo comune della Valbisenzio dove sorgono gli stabilimenti del Gruppo Colle, azienda tessile di cui Matteini Bresci è stato per anni amministratore delegato. La procura aveva chiesto per Bugetti gli arresti domiciliari per il "concreto rischio di reiterazione del reato", visto il ruolo da lei ricoperto. E’ stata salvata dalle dimissioni. Il gip l’ha rigettato non perché non ci siano i "gravi indizi di colpevolezza" ma in seguito alle dimissioni. Non rivestendo più il ruolo di prima cittadina decadono le esigenze cautelari. Secondo il giudice, sebbene le dimissioni saranno irrevocabili solo tra 20 giorni, "non si può dubitare della serietà delle medesime". Il pericolo di reiterazione del reato "sarebbe stato immanente se l’indagata avesse mantenuto la carica pubblica, avendo la stessa, per anni, adottato un comportamento penalmente rilevante", dice il gip.

Per quanto riguarda Matteini Bresci (finito per la seconda volta ai domiciliari in un anno con la stessa accusa), il giudice, nell’applicare la misura, ha riconosciuto la sussistenza del pericolo di reiterazione del reato ("Non sa contenersi") a causa della "tendenza dell’indagato a utilizzare le persone che ricoprono cariche pubbliche e che possono operare in suo favore piegando così ai suoi interessi la loro funzione".

Secondo quanto emerso dall’inchiesta, la sindaca di Prato si sarebbe "messa a disposizione" dell’amico imprenditore che la definiva senza mezzi termini "il suo attrezzo, la sua creatura". Bugetti avrebbe acconsentito a piegare il suo ruolo istituzionale in favore dell’amico imprenditore fin da quando era assessore regionale. In cambio avrebbe ottenuto supporto, sia in termini di voti (anche dalla massoneria di cui Matteini Bresci è stato Gran maestro venerabile) che di sostegno economico nelle varie campagne elettorali. Inoltre Bugetti è risultata essere stata assunta part time dal 2016 (quando era già consigliera regionale) in una società che faceva capo a Matteini Bresci. In quattro anni, dal 2020 al 2024 (alle soglie delle elezioni comunali), ha percepito redditi per 47.000 euro senza mai aver svolto nessuna attività.

Ieri l’ex sindaca aveva promesso di rilasciare alcune dichiarazioni in merito alla decisione del gip ma nel pomeriggio ci ha ripensato preferendo restare in silenzio. "La giustizia farà il suo corso e siamo convinti dell’ottimo lavoro dei magistrati – hanno detto Elisa Montemagni, commissario provinciale della Lega a Prato, e Claudiu Stanasel, capogruppo in consiglio comunale – , ma occorre che Prato si risollevi velocemente da questa grave vicenda che vede come principali vittime i cittadini".

Laura Natoli