GUIDO GUERRERA
Cronaca

La cava dismessa diventa cantina. Ciacci realizza il sogno del tycoon

L’imprenditore edile pratese ha dato vita all’ambizioso progetto del magnate argentino Bulgheroni nella fattoria Meraviglia a Bolgheri. "I vini continuano a respirare l’aria di mare delle uve da cui provengono".

L’imprenditore edile pratese ha dato vita all’ambizioso progetto del magnate argentino Bulgheroni nella fattoria Meraviglia a Bolgheri. "I vini continuano a respirare l’aria di mare delle uve da cui provengono".

L’imprenditore edile pratese ha dato vita all’ambizioso progetto del magnate argentino Bulgheroni nella fattoria Meraviglia a Bolgheri. "I vini continuano a respirare l’aria di mare delle uve da cui provengono".

E’ una cava di marmo dismessa, nel contesto della fattoria vinicola Meraviglia a Bolgheri, ad essere stata trasformata in gigantesca cantina dove troveranno posto silos, bottiglie e barrique. Committente di questa opera ciclopica e insieme affascinante il magnate argentino Alejando Pedro Bulgheroni, proprietario tra l’altro della Tenuta di Dievole a Castelnuovo Berardenga: un incantevole territorio vocato al Chianti Classico e vasto ben 600 ettari di cui quasi un terzo coltivato a vigna. Bulgheroni, tra gli uomini più ricchi del mondo e secondo ’Forbes’ il più facoltoso in assoluto di tutta l’Argentina, ha da sempre mostrato grande passione per il mondo dell’enologia e in particolare per la Toscana, terra di elezione di vini importanti come il Brunello di Montalcino e Il Bolgheri, autorevolmente rappresentati dalle ormai famose etichette del tycoon argentino. Artefice della realizzazione della cantina scavata nella montagna è Andrea Ciacci, un imprenditore edile pratese che, coadiuvato da un team di professionisti, ha saputo dar corpo con sensibilità e intelligenza alle idee di Alejandro. "Un progetto, pronto ad essere inaugurato il prossimo 26, nato tre anni fa su iniziativa dell’Azienda Dievole molto intrigante ma non privo di oggettive difficoltà per la sua audacia esecutiva – afferma Andrea – E’ stato necessario fare opere consistenti di messa in sicurezza della montagna, per non parlare dell’enorme quantità di materiale da portar via. La struttura per contenere le pareti della cava è di cemento armato".

Allora la roccia calcarea non è più visibile …

"No, al contrario. Ci sono ampi scorci in cui è possibile godere dello spettacolo della pietra viva, per non parlare della terrazza panoramica con vista sul mare".

Quindi possiamo dire che il vino continua in un ambiente peculiare e protetto la sua evoluzione naturale?

"Esattamente. Bottiglie e barrique non solo maturano il loro processo fino all’invecchiamento in una cantina dalle caratteristiche perfettamente isotermiche, ma in più quei vini continuano per così dire a respirare la stessa ‘aria di mare’ delle uve da cui provengono".

Lei ama il vino?

"Certo, mi piace degustare qualche buona annata e da buon pratese non disdegno di accompagnarlo con i nostri salumi e una bella fetta di pane".

Una curiosità: la proposta di dar vita a una simile realizzazione le ha suscitato scetticismo o entusiasmo?

"Ero preoccupato di fare il meglio possibile. Ma credo di esserci riuscito anche grazie all’aiuto di mia sorella Letizia, che oltretutto è mia socia in affari, e a quello decisivo del capocantiere Carlo Magno e del direttore tecnico Lorenzo Burchietti, senza la cui competenza e professionalità assolutamente straordinarie nel saper trovare soluzioni, niente sarebbe stato realizzato con un così alto grado di perfezione".

E’ un’impresa che ripeterebbe?

"Sono sfide notevoli e molto intriganti che però implicano forti dosi di stress e responsabilità. Per adesso scelgo di riposarmi, magari ammirando il mare da questa magica prospettiva con in mano un bel bicchiere di Bolgheri".

Guido Guidi Guerrera