LUCIA BIGOZZI
Cronaca

Blitz nel "condominio" ex Lebole. Sorpresi e cacciati 10 senzatetto

Accampati negli uffici tra giacigli e rifiuti: ognuno camere fisse. Operazione in accordo con la proprietà

Accampati negli uffici tra giacigli e rifiuti: ognuno camere fisse. Operazione in accordo con la proprietà

Accampati negli uffici tra giacigli e rifiuti: ognuno camere fisse. Operazione in accordo con la proprietà

Una stanza a testa. Lì dove, un tempo, c’era l’andirivieni degli impiegati da un ufficio all’altro: commesse, gestione clienti, risorse umane. L’attività a ritmo serrato di una grande fabbrica, la Lebole. Lì, in quello che ora è diventato lo scheletro del grande stabilimento che costeggia il raccordo, proprio davanti al polo espositivo, e che ha segnato il passaggio all’industrializzazione, garantendo stabilità a migliaia di operai. È qui che le vite sospese di dieci persone avevano trovato una sorta di equilibrio, forse da settimane, forse da mesi . E un decalogo, per una convivenza in "condominio". Sì, come in un condominio, così gli ex uffici della Lebole erano diventati il microcosmo dei senza tetto vi avevano ricavato mini-alloggi. Ciascuno aveva la sua stanza dove raccogliere indumenti e le poche cose che servono a chi sceglie la strada e vive ai margini. Bagaglio leggero.

Il blitz è scattato alle 8, messo in moto dalla querela per invasione di proprietà privata, firmata dal proprietario dell’area ex Lebole: la famiglia Carrara, imprenditori pistoiesi del colosso delle cartiere. La procura ha disposto l’intervento di sgombero affidato agli uomini della Questura diretti dal capo della Mobile Davide Comito e dagli agenti della polizia municipale, sotto la guida del comandante Aldo Poponcini e con il supporto di squadre dei vigili del fuoco e ambulanze della Croce Bianca.

Nello stabile i senza tetto avevano ricavato una dimora di fortuna: sono otto stranieri - pakistani e africani - e due donne italiane. Tutti conosciuti dalle forze dell’ordine impegnate nell’attività di monitoraggio di un fenomeno che non ha dimensioni preoccupanti ma che comunque esiste anche in città. Degli otto stranieri, quattro sono risultati senza permesso di soggiorno. Uno di loro aveva già a suo carico un provvedimento di espulsione e per questo è stato trasferito in un centro per poi essere rimpatriato. Tutti sono stati denunciati per aver violato una proprietà privata (oltre alle segnalazioni per i quattro irregolari). Nel corso del sopralluogo gli agenti hanno trovato altri giacigli: particolare che non esclude l’eventualità che in quelle stanze abbiano trovato riparo anche altre persone.

Un’operazione che segue le ordinanze e le sollecitazioni dell’amministrazione comunale alla proprietà che, da parte sua, più volte ha evidenziato il problema di persone che aprivano varchi lungo il perimetro dell’intera area e si accampavano all’interno degli edifici. Ieri l’ultimo atto di una collaborazione tra istituzioni e proprietari dell’ex Lebole. Adesso seguirà l’intervento per la messa in sicurezza e il rafforzamento della recinzione lungo l’intero perimetro della ex fabbrica, a carico della stessa proprietà, per rendere l’area inaccessibile dall’esterno. Contestualmente, partirà anche la fase di ripulitura degli immobili e degli spazi a cielo aperto.

Ma è anche una operazione in qualche modo propedeutica all’accordo tra la famiglia Carrara e Patrizio Bertelli che ha deciso di acquisire gli oltre tredici ettari di superficie restituendo alla città un’area per lungo tempo abbandonata. Il preliminare di vendita è già stato perfezionato ed entro la fine del mese sarà completato l’atto di vendita.

Nei piani dell’imprenditore aretino, infatti, c’è un progetto di rilancio che passa dalla realizzazione di edifici di altissimo livello architettonico e probabilmente un grande parco che potrebbe essere donato alla città da Bertelli nell’ottica di quella mappa del cuore che ha messo al sicuro edifici e luoghi in disarmo e a un passo dall’oblio. Luoghi legati alle sue radici aretine e agli anni della gioventù. Che ora vivranno una nuova stagione, ancora protagonisti della storia della città.