ORLANDO PACCHIANI
Cronaca

La rinascita dell’Enoteca: progetti, tempi e incognite. “Ma non siamo di passaggio”

I lavori al bastione San Filippo ridisegnano l’accesso alla Fortezza e l’utilizzo degli spazi. La presidente D’Aquanno e un’operazione articolata che richiede ingenti investimenti

I lavori al bastione San Filippo ridisegnano l’accesso alla Fortezza e l’utilizzo degli spazi. La presidente D’Aquanno e un’operazione articolata che richiede ingenti investimenti

I lavori al bastione San Filippo ridisegnano l’accesso alla Fortezza e l’utilizzo degli spazi. La presidente D’Aquanno e un’operazione articolata che richiede ingenti investimenti

Siena, 21 settembre 2025 – Tanto è stato fatto ma ancora tanto è da fare. A esserne convinta, per prima, è Elena D’Aquanno, imprenditrice che si è gettata nell’avventura di rilanciare da presidente della omonima Fondazione il marchio Enoteca Italiana, precipitato nel baratro del fallimento insieme al destino dei bastioni San Filippo e San Francesco della Fortezza medicea.

Avventura complicata di suo, in un contesto non sempre facile. “Ora finalmente capiranno che non siamo di passaggio”, il senso di quanto detto commentando la notizia del finanziamento ministeriale da 500mila euro (via Regione). Un passaggio chiave per sostenere quel progetto da 1,4 milioni di euro che dovrebbe far decollare la rinata Enoteca italiana.

Inutile girarci intorno: D’Aquanno sa benissimo che certe diffidenze sono ancora presenti in città, rispetto a un’operazione che chiama in causa un ingente investimento di risorse e che ancora dovrà attendere prima di vedere ritorni concreti. Ma al tempo stesso, all’appoggio del Comune (che fin dal primo momento ha sostenuto o comunque incoraggiato l’operazione), si è ora aggiunta la filiera Regione-ministero del Turismo, mentre quello dell’Agricoltura già era ampiamente interessato, con il sottosegretario La Pietra arrivato in visita all’inizio dei lavori, insieme all’assessore regionale Saccardi.

Per lunghi mesi D’Aquanno ha intessuto relazioni a tutti i livelli, adesso si sta muovendo in prima persona con le aziende, nel frattempo (mentre nel bastione San Francesco si presentavano corposi e costosi problemi di infiltrazioni) ha portato avanti il recupero del bastione San Filippo, dove nascerà il primo vero polo dell’Enoteca italiana. Da una parte l’apertura del collegamento con l’ex campino di San Prospero, che potrà essere porta di accesso alla Fortezza e quindi al centro storico per gli attracchi turistici via pullman, dall’altra l’apertura sostanzialmente inedita degli spazi sul lato via della Vecchia: la terrazza inaugurata in occasione di ’Arte nel calice’ promosso dalla Camera di commercio, il progetto di realizzare il ristorante (di alta qualità) proprio su questo lato, con accesso prima del ponte.

Intanto il bastione è stato risanato e di fatto rimesso a nuovo, sono stati realizzati nuovi lucernari, procedono i lavori sull’altro versante dove troveranno posto spazi degustazione, esposizione e il museo dedicato al vino, con un concetto completamente nuovo rispetto alla vecchia e storica esposizione.

Saranno sufficienti tutti questi passaggi per sostenere un’operazione dagli alti costi e dal non facile riposizionamento di un marchio sì storico, ma reduce da una dolorosa decadenza che ha colpito i dipendenti - in primis - e una gloriosa tradizione? Il prossimo anno sarà probabilmente decisivo per valutare come potrà decollare la nuova Enoteca italiana, che può contare sì sulla forza di un territorio vocato alla viticoltura, ma al tempo stesso deve fare i conti e bilanciare la propria presenza con quella di Consorzi, marchi, iniziative locali (sempre di più) e territori che hanno una propria forza e collocazione di valore internazionale.

Va da sé che l’operazione riveste un ruolo strategico anche nelle dinamiche urbanistiche e patrimoniali della città. La Fortezza ha vissuto decenni di imbalsamazione da una parte e di mancanza di visione strategica dall’altra, tra Feste dell’Unità inamovibili, Luna park pure, iniziative estemporanee. La scelta di dedicare l’intera estate agli spettacoli (con una soluzione per il cinema tanto discutibile quanto coerente con l’impostazione appena detta), la nuova mappa degli accessi compresa una scala esterna se tutto filerà liscio con la Soprintendenza, forse la ripavimentazione del piazzale se davvero andrà in porto, la scuola Sclavo ricostruita e appunto la rinascita dell’Enoteca italiana, iniziano a delineare un futuro possibile.