Prato, 23 maggio 2025 – Un avvocato “ossessionato”, la mamma indagata per false informazioni, l'ipotesi del sequestro da parte di un gruppo di rumeni. Tanti elementi sui quali la procura di Prato diretta da Luca Tescaroli sta lavorando e sui quali è necessario ancora fare chiarezza. Per arrivare alla verità su quanto accaduto a Maria Denisa Adas, la donna di 30 anni rumena scomparsa la sera di giovedì 15 maggio da Prato.

La pista seguita al momento è quella legata a un uomo, un avvocato del Sud Italia, calabrese, che avrebbe “ordinato” di “rapire” la escort. È stata una amica di Denisa, considerata fonte attendibile, a rilasciare queste dichiarazioni in procura mercoledì 21 maggio. L’uomo – ha raccontato la giovane testimone – sarebbe “ossessionato da lei e disposto a tutto pur di averla per sé”, a tal punto da “commissionare a un gruppo di rumeni il suo rapimento”. Secondo il racconto dell’amica Maria Denisa Adas è viva, ma “è stata rapita e seviziata, le hanno rotto i denti. Lo ha ordinato un avvocato che non accetta il rifiuto”.
L’amica di Denisa ha raccontato di essere stata informata direttamente dalla madre della 30enne, Maria Cristina Paun, 49 anni, ma la donna non avrebbe fornito tutte queste notizie agli inquirenti. Motivo per il quale la madre è stata poi indagata per false informazioni al pubblico ministero. La madre di Denisa, inoltre, attraverso un secondo cellulare, un Samsung, avrebbe avuto contatti con questo avvocato. Forse nel tentativo di mediare privatamente con l’uomo. Un dettaglio che ha spinto i carabinieri a perquisire l’abitazione della donna a Roma, nel quartiere Torpignattara, con l’obiettivo di sequestrare il cellulare usato per le comunicazioni.

Nonostante non sia formalmente indagato, le indagini si stanno dunque concentrando su questa figura, questo professionista “ossessionato” dalla escort. L’uomo sarebbe stato respinto da Denisa, e sempre secondo quanto raccontato dall’amica della ragazza, avrebbe reagito in modo ossessivo, fino a pianificare un rapimento. Con l’aiuto del gruppo dei rumeni? Da solo? È questo ancora uno dei punti oscuri della vicenda.
Secondo Maria Cristina Paun, la madre di Denisa, la strada presa dagli investigatori della procura di Prato “non è quella giusta”. Lo ha reso noto Marianna De Simone, legale della signora Paun. “Non ci risulta alcun riscontro su di un rapimento o una banda di romeni, l’avvocato che parla con la madre di Denisa non è un mediatore e per quanto ne sappiamo non avrebbe mai visto la ragazza in vita sua”. In merito ai cellulari della donna, la legale ha fatto sapere che “è stata estratta una copia forense, ma la signora ha ancora i cellulari, tant’è che si sente anche in queste ore con l’avvocato. Che non ci risulta sia destinatario di alcuna misura”. La legale, alla domanda se l’avvocato voleva una relazione con Maria Denisa risponde: “No, è tutto falso. Ripeto che a quanto ne sappiamo lui non l'avrebbe nemmeno mai vista: si tratta di un professionista che conosce la madre, la mia assistita. È un rapporto che va avanti da anni, perché l'uomo ha assistito in passato per questioni amministrative qualcuno dei membri di quella famiglia. Da quel che so io lui non ha detto di sapere dov'è Denisa, ma fa delle ipotesi".
Indicativa la testimonianza di una dipendente di un bar di via Ferrucci a Prato, vicino al residence dove Maria Denisa incontrava i suoi clienti. La testimone avrebbe sentito accidentalmente una telefonata parlare al telefono in romeno e con tono agitato avrebbe colto una frase agghiacciante: “Se vado da lui o mi vede, mi ammazza?”. Chi è questo “lui”? Il presunto avvocato ossessionato? Un’altra persona? Tra le testimonianze è poi spuntato anche un uomo alto e di grossa corporatura con cui Denisa avrebbe discusso animatamente in strada. Un cliente? L’avvocato?

Gli inquirenti ora ritengono che la ragazza sia stata portata fuori dalla regione Toscana, forse anche all’estero. Le indagini si sono estese a livello nazionale e non si esclude l’intervento di strutture investigative europee. Le indagini, intanto, proseguono. In procura a Prato si è tenuto un vertice operativo tra magistrati e forze dell’ordine. Al centro della riunione, l'analisi dei dati estratti dal cellulare della madre, la mappa dei contatti dell'avvocato e la possibilità di procedere con intercettazioni ambientali.
Al momento l’unica certezza di questo caso è che, come anche denunciato da Penelope Toscana, di Denisa non si hanno più notizie dalla sera di giovedì 15 maggio. Alle 23:30 l’ultima chiamata con la madre. Da quel momento il silenzio. I cellulari di Denisa spenti, spariti. Sono rimasti solo la Fiat 500 rossa parcheggiata e qualche effetto personale della giovane nella stanza del residence di via Ferrucci.