Prato, 22 maggio 2025 – Sequestrata da un gruppo di rumeni nella notte tra il 15 e il 16 maggio. E’ l’ipotesi su cui sta lavorando la procura di Prato diretta da Luca Tescaroli che coordina le indagini dei carabinieri.
Agghiaccianti le parole di un’amica di Maria Denisa Adas, raccolte ieri in Procura: "È stata rapita e seviziata, le hanno rotto i denti. Lo ha ordinato un avvocato italiano, non accetta il rifiuto".
La giovane testimone, considerata una fonte attendibile, ha raccontato di essere stata informata direttamente dalla madre di Denisa, Maria Cristina Paun, 49 anni, ora formalmente indagata per false informazioni al pubblico ministero.

Secondo la testimone, la mamma avrebbe nascosto deliberatamente alcuni dettagli cruciali, forse nel tentativo di mediare privatamente con l'uomo indicato come presunto responsabile del sequestro.

Dunque al centro delle attenzioni investigative è finito un professionista italiano, un avvocato, descritto come un ex cliente ossessionato dalla 30enne romena di cui si sono perse le tracce oramai da una settimana.
La giovane, escort di professione, vive a Roma, era arrivata a Prato da pochi giorni e alloggiava in un residence in via Ferrucci. Doveva poi spostarsi a Bologna, ma di lei non si è più saputo nulla dalla sera del 15 maggio.
Il professionista, secondo la ricostruzione, avrebbe avuto contatti con la madre di Denisa attraverso un numero di cellulare alternativo, dettaglio che ha spinto i carabinieri a eseguire una perquisizione nell'abitazione della donna a Roma, nel quartiere Torpignattara, con l'obiettivo di sequestrare il cellulare usato per le comunicazioni.
Si apre dunque un nuovo e inaspettato scenario nelle indagini sulla scomparsa di Denisa. La pista investigativa principale non è più l'omicidio ma prende sempre più corpo l'ipotesi di un sequestro a scopo di sfruttamento sessuale. Al momento non sono emerse richieste di riscatto.
Tornando al presunto avvocato proprio lui avrebbe contattato la madre di Denisa dicendole che la figlia è viva, ma che è trattenuta da un gruppo di connazionali romeni coinvolti in un giro di prostituzione a Roma. In cambio della liberazione di Denisa avrebbe proposto assistenza legale gratuita ai sequestratori. Un racconto che, tuttavia, alla stessa amica di Denisa non torna. La giovane testimone non crede che esista una banda di romeni sequestratori ma che sia stato lo stesso avvocato a organizzare la sparizione della giovane escort perché ossessionato da lei che lo aveva respinto.

Un’ossessione che probabilmente la terrorizzava, tanto che un testimone avrebbe sentito accidentalmente una sua telefonava dove Denisa diceva: “Se vado da lui o mi vede, mi ammazza". Chi è l’uomo di cui la 30enne aveva così paura tanto da scriverlo in una chat che aveva con le colleghe? E’ la stessa persona con la quale l’hanno vista discutere animatamene in strada? Ovvero un uomo alto e di grossa corporatura
Quello che è certo sino ad ora è che le ultime tracce della trentenne risalgono alla sera di giovedì 15 maggio, quando avrebbe mandato un messaggio ad alcune colleghe escort per segnalare la presenza di un cliente molesto. L'uomo in questione è stato successivamente rintracciato e ha fornito un alibi. Intorno alle 23.30, Maria Denisa avrebbe avuto l'ultimo contatto telefonico con la madre. Da allora, il silenzio. La giovane escort è sparita nel nulla, inghiottita da una città che comunque conosceva bene. Non era la prima volta infatti che la ragazza faceva tappa a Prato per incontrate alcuni clienti. Dopo sarebbe partita per Bologna, dove non è mai arrivata.

Intanto le indagini proseguono serrate, con il coinvolgimento dei reparti investigativi dei carabinieri di Prato, Firenze e Roma. L'obiettivo è ricostruire con precisione le ultime ore prima della scomparsa e verificare le reali responsabilità del professionista finito al centro del caso.