
Don Massimo Biancalani
Pistoia, 17 giugno 2025 – Il caso Vicofaro continua a tenere banco nel dibattito politico. Ancora di più dopo la presa di posizione della Diocesi. “Apprezzo sinceramente l’intenzione di garantire un’accoglienza dignitosa e sostenibile per tutte le persone ospitate, nel pieno rispetto della loro dignità e della legalità – dice Cinzia Cerdini capogruppo Lega Sp –. L’idea di un rinnovamento strutturale e pastorale è un segnale positivo, che va nella direzione auspicata da tanti membri della comunità civile e credente. Tuttavia, dopo aver parlato a lungo con tanti residenti di Vicofaro, sento il dovere, con umiltà ma anche con chiarezza, di far presente un nodo che ritengo centrale, senza un reale cambiamento nella guida della parrocchia, questo processo di rinnovamento rischia di restare solo formale”.
Secondo Cerdini la figura di don Massimo Biancalani, “pur avendo rappresentato per anni un simbolo di apertura e accoglienza, è ormai percepita, da una parte sempre più ampia della cittadinanza, come un ostacolo al dialogo, alla pacificazione e alla costruzione di un progetto realmente condiviso e responsabile”.
“Non si tratta di giudicare l’intenzione del suo operato, né tantomeno di mettere in discussione il valore dell’accoglienza evangelica, ma di riconoscere che oggi Vicofaro ha bisogno di ripartire su basi nuove, anche nelle figure di riferimento – prosegue –. Lo dico con rispetto: senza un avvicendamento alla guida della parrocchia, ogni tentativo di ristrutturazione rischia di essere vanificato da divisioni, rigidità e personalismi che purtroppo si sono accumulati nel tempo”.
C’è fiducia nella scelte di monsignor Fausto Tardelli: “Sono certa che la responsabilità pastorale del vescovo saprà tenere conto non solo della necessità tecnica del risanamento edilizio, ma anche e soprattutto di quella, più profonda, di restituire fiducia, serenità e credibilità a un’esperienza che merita di essere salvata, ma trasformata”.
Terra Aperta attacca a viso aperto l’amministrazione comunale. “ La recente ordinanza di sgombero a Vicofaro è solo l’ultima di una lunga serie ma non è certo a colpi di ordinanze che si può affrontare una situazione tanto insostenibile quanto complessa – spiega una nota –. L’eccessivo numero delle persone accolte crea gravi problemi dal punto di vista igienico e sanitario e rende impossibile seguirle adeguatamente tenendo conto della storia tormentata, dei bisogni specifici e delle potenzialità di ciascuno. Per questo da tempo, in accordo con don Massimo Biancalani, si è ritenuto necessario alleggerire la parrocchia di Vicofaro e creare opportunità di accoglienza diffusa per gli ospiti della struttura”. Per Tarra Aperta in questa direzione “sono stati fatti passi avanti grazie all’impegno della Caritas di Pistoia e di Firenze che continuano a fare la loro parte, in un contesto difficile, per mettere in atto un percorso di transizione che richiede necessariamente tempi distesi”.
“In questa direzione va l’intenzione espressa dal Vescovo di Pistoia di chiudere temporaneamente la struttura, ristrutturarla e ridimensionare il numero degli ospiti. Al sindaco di Pistoia chiediamo pertanto, invece di colpire Vicofaro con un’ordinanza che crea ulteriore paura per la propria condizione in soggetti già molto fragili, di cooperare concretamente a trovare soluzioni di accoglienza adeguate – conclude la nota –. La collaborazione del Comune è particolarmente importante sia per continuare la mappatura degli ospiti sia per reperire soluzioni abitative”. Da qui la richiesta al sindaco della revoca dell’ordinanza di sgombero “e un concreto impegno delle Istituzioni, in collaborazione con la Diocesi e con le realtà del Terzo settore per un progetto che permetta adeguate soluzioni abitative per gli ospiti di Vicofaro e il loro accompagnamento verso l’autonomia personale e una vita dignitosa”.