REDAZIONE PISTOIA

Sgombero di Vicofaro. L’ordinanza del sindaco: "Sovraffollamento e pericolo epidemie"

Il provvedimento varato nella riunione del Comitato di Sicurezza. Contestati i numeri degli ospiti, nonostante le soluzioni alternative. "Sorveglianza sanitaria impossibile, degrado e continui arrivi".

Il provvedimento varato nella riunione del Comitato di Sicurezza. Contestati i numeri degli ospiti, nonostante le soluzioni alternative. "Sorveglianza sanitaria impossibile, degrado e continui arrivi".

Il provvedimento varato nella riunione del Comitato di Sicurezza. Contestati i numeri degli ospiti, nonostante le soluzioni alternative. "Sorveglianza sanitaria impossibile, degrado e continui arrivi".

PISTOIA

L’ordinanza di sgombero del centro di accoglienza per migranti di Vicofaro, firmata dal sindaco Tomasi e notificata al parroco don Massimo Biancalani venerdì scorso, è l’ultimo atto di un confronto che ha vissuto una stagione calda in questi mesi, con le manifestazioni del Comitato dei residenti davanti alla Prefettura e alla Diocesi, e con i continui tavoli in prefettura. Un confronto che ha visto anche il coinvolgimento del Ministero dell’Interno, che a febbraio scorso aveva messo a disposizione 70 posti di accoglienza nei centri Cas e nei Sai, con l’obiettivo di decongestionare il centro. Perché al centro di tutto ci sono ancora una volta i numeri: troppo elevati per uno spazio, quello della parrocchia, non adeguato dal punto di vista strutturale. L’ordinanza di sgombero, che ricorda le ragioni di quella già emessa nel luglio 2023, fa seguito agli ultimi accessi ispettivi dell’Asl, ma anche dei vigili del fuoco e della polizia municipale, che hanno confermato le carenze di sempre: degrado degli ambienti, sovraffollamento, mancanza di sicurezza e soprattutto l’impossibilità di attuare una sorveglianza epidemiologica, in una comunità ad alto rischio dove negli anni si sono presentati diversi casi di tubercolosi. Ma anche le criticità di ambienti in cui spesso si dorme, ci si veste e si cucina nello stesso spazio, con i fornelli da campo accanto ai letti, le bombole di gas, reti accatastate insieme alle biciclette. Ora il parroco don Biancalani avrà venti giorni per ripristinare le condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza.

Ma torniamo ai numeri. Nel documento, comunicato al Prefetto in sede di Comitato per l’Ordine e la sicurezza del 30 maggio, si spiega che a febbraio la Questura aveva accertato la presenza di 139 ospiti. Il Ministero dell’Interno aveva quindi messo a disposizione i 70 posti nei centri Cas e Sai, posti di cui avevano beneficiato solo in 29 e di questi poi 11 sarebbero tornati a Vicofaro poco dopo. La Diocesi di Pistoia, nel frattempo, ha accolto nelle proprie strutture altri 33 ospiti, ma "nel corso del sopralluogo del 30 aprile – si legge nel testo – sono stati contati 196 letti, per 176 presenze accertate".

Al di là dei numeri effettivi, il nodo sembra essere quello di un mancato controllo dei nuovi arrivi e dunque l’impossibilità di trovare una soluzione definitiva. "Nonostante gli impegni assunti dalla Diocesi, non è stato effettuato il monitoraggio delle presenze né il contingentamento degli ingressi". La notizia dell’ordinanza di sgombero è stata commentata dal ministro delle infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, che sui social ha scritto: "Il tempo è galantuomo". Una frase che riporta alla memoria i post che infuocarono l’estate del 2017, quando la foto condivisa su Facebook da don Biancalani, che ritraeva un gruppo di migranti ospiti del centro durante una giornata in piscina, era stata presa di mira dallo stesso Salvini e aveva scatenato una pioggia di commenti.

Oggi la situazione è ancora critica, con una comunità, quella dei residenti, intenzionata a chiedere la chiusura del centro, e dall’altra parte il parroco deciso a difendere i principi cristiani dell’accoglienza senza distinzioni, come si legge nello striscione appeso all’ingresso della chiesa di Santa Maria Maggiore. "Dio non fa preferenze di persone".

Martina Vacca