
Al centro della foto il professor Mauro Matteucci, che insegna italiano ai migranti ed è referente del Centro Don Lorenzo Milani di Pistoia
L’ordinanza di sgombero firmata nei giorni scorsi dal sindaco Alessandro Tomasi contro il centro di accoglienza di Vicofaro ha riacceso il dibattito in città e provocato una dura reazione da parte della comunità solidale che da anni ruota attorno alla parrocchia di Don Biancalani. Tra le voci più critiche, quella di Mauro Matteucci, collaboratore del centro, dove tiene lezioni di italiano ai migranti ed è referente del Centro Don Lorenzo Milani. Matteucci definisce l’atto "uno sfregio all’umanità e un atto politico travestito da misura tecnica". "Si fa leva su presunti rischi sanitari – spiega Matteucci –, ma non si parla di come il Comune abbia lasciato da solo il centro per anni, senza offrire soluzioni né collaborazioni". Il riferimento è anche ai 30mila euro stanziati in passato per un progetto di "monitoraggio sanitario" che, secondo i volontari, non ha prodotto effetti concreti. "Risorse spese senza alcun impatto reale, mentre i problemi li affrontavano Don Massimo e i volontari, con il sostegno di associazioni e donatori privati". Matteucci accusa l’amministrazione di aver evitato il dialogo: "Il sindaco non si è mai recato a Vicofaro per cercare un confronto. Si è preferito isolare il parroco e trattarlo come un ostacolo, non come parte della soluzione". Dura anche la posizione sul cosiddetto "rimpatrio volontario" previsto dall’ordinanza: "Una proposta che per i migranti rappresenta una sconfitta personale, l’annullamento di un progetto di vita. Altro che scelta volontaria". Il centro di accoglienza, pur tra mille difficoltà, ha continuato a garantire pasti, cure, assistenza legale, corsi di italiano e un tetto a decine di persone. "Non è solo accoglienza – conclude Matteucci – ma un presidio di civiltà che oggi si vuole smantellare". Un appello finale alla cittadinanza e alle istituzioni: "Non possiamo restare indifferenti. Tacere oggi, significa diventare complici di questa disumanità".
M.M.