LUIGI CAROPPO
Cronaca
Editoriale

Rischiare la vita per un like

Che fine hanno fatto i ricordi, la memoria, le sensazioni, la pelle d’oca di fronte a visioni emozionanti, gli occhi che luccicano e i sorrisi che spuntano per un’immagine inedita? Tutto perso? Un enorme patrimonio di noi stessi rischia di svanire se non è più sufficiente vedere con i nostri occhi e focalizzare con la nostra testa. Anche in questa estate sembra che più che andare in vacanza per viverla, viaggio o villeggiatura che sia, si prenda la valigia per andare a fare selfie e foto da postare sui social, realizzare meme e fare reel.

Un mondo in cui si consuma tutto molto in fretta e ci resta addosso ben poco se non i like. Il problema è da affrontare con strumenti che amalgamano conoscenze sociologiche e psicologiche. Qui possiamo solo registrare fatti e conseguenze.

Tendenze che si consolidano. Era il 21 giugno quando un fattaccio è accaduto alla Galleria degli Uffizi. Un turista è scivolato facendosi un selfie ed ha provocato uno squarcio in un dipinto del Settecento. Il «Ferdinando dei Medici» esposto per la mostra «Firenze e l’Europa. Arti del Settecento agli Uffizi».

Preoccupato il direttore della Galleria: «Il problema di visitatori che vengono nei musei per fare meme o scattare selfie per i social è dilagante - aveva detto Simone Verde - Porremo dei limiti molto precisi, impedendo i comportamenti non compatibili con il senso delle nostre istituzioni e del rispetto del patrimonio culturale».

Adesso in un altro scenario di bellezza unica come le Cinque Terre il sindaco di Vernazza adotta la linea del rigore dopo che è stata sfiorata la tragedia per farsi un selfie (una turista ha rischiato di essere risucchiata dalle onde per una foto). Ben vengano i divieti e la politica della fermezza con tanto di multe salate. In nome del buonsenso da ritrovare. Nell’epoca dei social presenti ovunque e a qualsiasi ora della giornata, capaci di anestetizzare i sentimenti, forse se qualcuno si arrabbia per una sanzione può diventare un segnale confortante.