REDAZIONE PISTOIA

Sfruttamento del lavoro e fatture false, nel mirino ristoranti e grande distribuzione: 14 indagati e sequestri milionari

Vasta operazione della guardia di finanza di Pistoia nei confronti di 14 indagati e 17 aziende, operanti nel settore della grande distribuzione organizzata, del facchinaggio e della ristorazione su tutto il territorio nazionale

Sfruttamento del lavoro e fatture false, nel mirino ristoranti e grande distribuzione: 14 indagati e sequestri milionari

Pistoia, 11 settembre 2025 – L’accusa è di sfruttamento del lavoro, fatture false per somministrazione di manodopera ed omesso versamento delle ritenute previdenziali. Per questo una persona è finita agli arresti domiciliari, mentre un’altra ha ricevuto la misura dell’obbligo di dimora: il contesto è una vasta operazione della guardia di finanza di Pistoia nei confronti di 14 indagati e 17 aziende, operanti nel settore della grande distribuzione organizzata, del facchinaggio e della ristorazione su tutto il territorio nazionale. 

L'operazione condotta dalla guardia di finanza di Pistoia
L'operazione condotta dalla guardia di finanza di Pistoia

Le indagini, coordinate dalla procura pistoiese, avrebbero documentato "un articolato sistema di frode, posto in essere da uno strutturato gruppo imprenditoriale, riferibile a due amministratori di fatto, originari della Toscana, di cui già interdetto dall'esercizio di attività d'impresa", destinatari delle misure cautelari. Le società finite nel mirino delle fiamme gialle si sarebbero avvalse di "illecite prestazioni di manodopera, ottenute sottoscrivendo fittizi contratti di appalto con società cooperative di lavoratori, ma tali cooperative, anziché svolgere i servizi di facchinaggio e magazzinaggio contrattualmente pattuiti con una propria autonoma organizzazione di uomini e mezzi, in realtà si sarebbero limitate alla sola somministrazione del personale, senza alcuna autorizzazione".

In alcune occasioni poi le società committenti "avrebbero assunto ed impiegato parte dei 103 lavoratori attenzionati, molti dei quali reclutati approfittando del loro stato di bisogno, sottoponendoli a condizioni di sfruttamento" per "trattamenti retributivi e previdenziali meno garantistici".

Per gli anni d'imposta dal 2019 al 2023 le imprese coinvolte, a fronte di fatture ricevute dalle cooperative per un imponibile complessivo di quasi 10,5 milioni di euro, sarebbe stata calcolata un'evasione dell'Iva per circa 2 milioni. Di qui il sequestro di beni riconducibili ai due principali indagati e il sequestro impeditivo dei beni aziendali e delle quote societarie di 17 imprese, operanti nel settore della Gdo, "tra cui un complesso di quattro noti ristoranti attivi nelle aree di Firenze, Campi Bisenzio e Rosignano Marittimo, uno dei quali gestito da un chef televisivo di rilievo nazionale".